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REGIONE/ SANITÀ, PUGLIA A CACCIA DI 100 MILIONI. SERVONO ALTRI 960 MEDICI E 1.000 INFERMIERI. “LI ASSUMEREMO TAGLIANDO SUI FARMACI”

Fatto 100 il numero del­le prestazioni sanitarie erogate dal sistema pubblico nel 2019, nell’anno cruciale del Covid (2021) la Puglia era scesa a 70. Nel 2023 la produzione è risalita a 90. Per quest’anno la Regione punta a tornare allo stesso livello pre-pandemia.

 Ma per farlo, cioè per garantire ai cittadini lo stesso numero di in­terventi e visite di cinque anni fa, avrà bisogno di almeno altre 3.200 assunzioni (compresi 960 medici e un migliaio di infermieri del ter­ritorio) rispetto alle 1.700 già pro­grammate per effetto del turn-over.

Un obiettivo da 100 mi­lioni.

La Regione spera di recuperare i soldi dalla razionalizzazione del­la spesa per protesi e dispositivi medici: un «buco nero» da oltre 200 milioni (pari al costo di tre ospedali) che non si riesce a com­primere. È la premessa necessaria a capire la strategia dietro il bi­lancio previsionale del sistema sa­nitario, che ipotizza (per il 2024) un pareggio tra entrate e uscite mai ottenuto in Puglia negli ul­timi 15 anni.

Per la farmaceutica, i tecnici del Dipartimento Salute hanno pre­visto un incremento del 3% rispet­to al tendenziale nazionale del 6%. «Significa – dice il capo diparti­mento, Vito Montanaro – che già assegniamo la differenza ad altri aggregati. E se riusciremo a ra­zionalizzare anche la spesa per protesi cardiologiche e articolari libereremo risorse da destinare all’integrazione del piano assunzionale risorse umane sono l’unico vero carburante per incre­mentare la produttività».