Nel 2023, l’agricoltura pugliese è il settore che ha registrato il peggiore saldo nascita-mortalità delle imprese attive: al 30 novembre 2023, risultano iscritte nelle camere di commercio pugliesi 75.386 imprese attive contro le 77.619 del 30 novembre 2022. Il saldo annuale è negativo, mancano 2.233 imprese all’appello, con una contrazione del 2,9%. E’ quanto emerge dallo studio dell’Osservatorio economico Cia Puglia.
“È questo il dato più emblematico delle grandi difficoltà strutturali che il comparto primario pugliese, in ciascuna provincia, sta ancora affrontando”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, durante la conferenza stampa che l’organizzazione ha tenuto stamattina. Nello studio, le elaborazioni mettono in evidenza un’altra criticità: in Puglia, gli addetti in agricoltura sono diminuiti in 4 aree su 5 (l’eccezione positiva è Foggia): a Bari e nella Bat sono passati da 36.076 a 35.847; nel Tarantino, da 15.215 a 14.903; in provincia di Brindisi da 11.846 a 11.546 unità; nel Leccese, da 11.350 a 11.255; solo in provincia di Foggia sono aumentati da 30.442 a 32.705. Complessivamente, in Puglia, gli addetti in agricoltura si attestano attualmente a 106.256 unità.
Sempre secondo lo studio, il valore riconosciuto al grano duro pugliese e la redditività delle aziende cerealicole, nel 2023, hanno subito un tracollo: dal 29 giugno 2022, quando il prezzo medio del grano duro era pari a 575,25 euro/tonnellata, si è giunti il 20 dicembre 2023 a 370,75 euro/tonnellata, con un calo pari a circa il 36%. Mentre il prezzo dell’olio d’oliva è in costante crescita. Il prezzo alla produzione dell’olio Dop Terra di Bari è salito del 46,2% (da 6,23 euro/Kg a 9,1), con una media annuale che si attesta a 7,48 euro.