Continua lo scontro a distanza tra il nuovo numero uno di Italia Viva in Capitanata, il settantenne ex consigliere regionale Pd Dino Marino, e gli ex coordinatori del partito renziano.
A rispondere al sanseverese è il viestano Aldo Ragni, ex coordinatore provinciale di IV.
“Faccio riferimento all’articolo firmato da Domenico Sudano sulla situazione di Italia Viva in provincia di Foggia pubblicato su l’Attacco”, afferma Ragni in una mail alla redazione.
“In particolare a due passaggi: “il processo di rinnovamento del partito che ha di fatto esautorato dalle proprie funzioni Aldo Ragni e Rosa Cicolella”; “Italia Viva, di fatto, è passata nelle mani di Stellato e Marino, mentre lo stesso Ragni e Cicolella sono stati accantonati”. Mi si deve consentire alcune precisazioni”, continua Ragni.
“La prima è che non c’è stato alcun processo di rinnovamento ma un congresso, che è stato molto “discusso” e che ha portato Dino Marino alla segreteria provinciale del partito. Quel Dino Marino, a proposito di rinnovamento, che guidava il PDS in provincia di Foggia quando io frequentavo il quarto liceo. La seconda precisazione è che la scelta di non ricandidarmi è stata mia ed è stata annunciata ben prima della convocazione del congresso tanto è vero che il suo giornale lo aveva anticipato già nella scorsa estate. Anche la co-coordinatrice Rosa Cicolella scelse di non ricandidarsi ma fu poi convinta, insieme agli altri coordinatori uscenti, a presentare la candidatura perché dovevano crearsi determinate condizioni ma quando queste vennero disattese la ritirò.
Infine, ho rifiutato le diverse proposte di incarichi che mi sono state offerte. Compresa quella che mi venne formulata da Massimiliano Stellato il quale, dopo il congresso che lo ha visto eletto alla carica di presidente regionale, con una cortese telefonata mi chiese di far parte della cabina di regia regionale del partito.
Come vede, nessuno ha accantonato nessuno. Nella guida dei partiti ci sono dei fisiologici avvicendamenti. È solo che c’è chi fa di tutto per ottenere degli incarichi e chi no. La differenza sta tutta qua. Per il resto, la ricostruzione fatta da Sudano è fedele alla realtà come documentato dagli interventi pubblici sul tema”.
l’attacco