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VIESTE/ CONTESA SULLA PROPRIETÀ DI 2 ETTARI (14.628MQ) DI SCOGLIERA A SAN LORENZO: “NOSTRI”. MA INTANTO COMUNE CHIEDE 6 MILIONI

Da un lato gli imprenditori del lido che ritengono essere titolari dell’area da oltre 30 anni, dall’altro l’amministrazione che dice che invece è “occupazione abusiva”.

Rivendica senza remore la regolarità e la bontà del procedimento il Sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, contattato telefonica­mente da l’Attacco per alcuni chiarimenti sul­la vicenda.

“Il fatto prende le mosse dall’avvio di un’ope­ra pubblica all’interno di un terreno di proprie­tà del Comune – ha illustrato Nobiletti -,o me­glio che ricade nel demanio civico del Comu­ne. Questa persona, con cui abbiamo peral­tro avuto sempre rapporti discreti, ha diffida­to il dirigente a sospendere i lavori, se non er­ro denunciandolo persino.

Da qui è partito un accertamento amministrativo, doveroso da parte nostra, come già fatto in altri casi simili, da cui è emersa la titolarità pubblica del­l’area. E’ stato quindi intimato il pagamento di quella somma, in parte imputabile alla san­zione ma per lo più riguarda il canone per l’occupazione di suolo pubblico. Una cifra cosi alta si giustifica perché si tratta di oltre due ettari di superficie, vale a dire circa 25mila metri quadri”.

Non regge, a detta del Sindaco, neppure la ricostruzione secondo la quale l’imprenditrice si sarebbe accorta successivamente del­la proprietà dell’area. “Se fossero stati dav­vero i proprietari perché avrebbero chiesto concessioni al Comune per utilizzarla? Co­me è possibile non accorgersi di essere pro­prietari di un terreno? La verità è che non è così – sbotta Nobiletti -, quelle particelle sono intestate al Comune di Vieste da oltre 100 an­ni. Quindi io non capisco il senso di questa ostinazione.

Noi abbiamo fatto la nostra istruttoria e siamo certi di quello che diciamo, chiaramente se loro ritengono di avere ragio­ne, ci sono le opportune sedi e vedremo”. Quanto all’opera pubblica si tratta di un per­corso naturalistico, delimitato da una stac­cionata che consente l’acces­so a scogliera e spiaggia.

“Ecco, la natura stessa dei luo­ghi è significativa – evidenzia il primo cittadino una sco­gliera o la spiaggia possono mai essere di proprietà priva­ta? E a dirla tutta le opere che hanno realizzato in quell’area sono tutte rigorosamente abusive. Il dirigente comunale si è comportato in maniera inecce­pibile e certo non avrei potuto dirgli di non fare il suo lavoro, che ha svolto con diligenza”.

Tanto più che la reazione amministrativa, re­plica ancora Nobiletti, scaturisce da un’azio­ne del privato.

“Non è un’azione, diciamo così, deliberata. Non ci siamo svegliati una mattina e abbiamo sanzionato l’imprenditrice ma siamo venuti a conoscenza della questione perché diffidati. E se non fossimo intervenuti, al contrario, si sarebbe configurata una nostra responsabili­tà, un danno erariale e una disparità di tratta­mento nei confronti di altri cittadini”, conclude il Sindaco.

Sei milioni di euro: questa la cifra che il Comune di Vieste ha chiesto ai titolari del lido San Lorenzo, che si trova nella splendida baia omonima della località garganica. Una cifra che fa tremare le vene nei polsi e che ha sbalordito anche i destinatari del provvedimento che hanno quindi deciso di rendere pubblica la vicenda.

La sig.ra Mazzone possiede, da oltre trent’anni, in modo pacifico, continuato ed ininterrotto, l’area contraddistinta dalle p.lle 2266/P-2192-2171-2180-2267-2175-2174 (ex p.lla 323) del foglio di mappa 7 del Comune di Vieste, adiacente ad un terreno di sua proprietà individuato dalle p.lle nn. 70 e 3045 (ex p.lla 637), ove la Mazzone, assieme alla sua famiglia, svolge attività turistico-ricettiva, all’insegna “Lido San Lorenzo” e che su dette aree adiacente alla proprietà privata,  da sempre viene garantito l’apertura al pubblico passaggio,  quindi mai recintati.

Che negli anni, la Mazzone ha sempre provveduto alla manutenzione dell’area, alla cura del verde e alla realizzazione di lavori di messa in sicurezza al fine di scongiurare eventuali pericoli di incendio e garantire ai residenti e ai turisti il libero transito.   

Nei primi anni, la Mazzone credendo che si trattasse di area di proprietà comunale, inoltrava al Comune di Vieste alcune richieste per l’ottenimento del suolo in concessione, tra l’altro, anche istanza intesa ad ottenere l’autorizzazione per la realizzazione di un percorso per diversamente abili (mai autorizzata)!!!  

Peraltro, a seguito di regolare denuncia di inizio attività del 24.12.2007 prot. n. 24576 presentata dalla Mazzone con relativi allegati, nulla osservava e, quindi, autorizzava tutte le opere esistenti su detta area:  manutenzione e disinfestazione dell’intera area, manutenzione ordinaria di percorsi pedonali, installazione impianto di illuminazione e di videosorveglianza, installazione staccionate in legno di arredo in parte a protezione del costone roccioso, visibilmente pericoloso, nonché piantato piante di vario genere.

Tra l’altro, negli anni, la sig.ra Mazzone, in seguito a tentativi di occupazione di tale area da parte di soggetti terzi, subirono intimidazioni e danni alla adiacente struttura di bar-ristorante, inoltrando alcune denunce presso il Comando della Stazione dei Carabinieri di Vieste.

La Mazzone, però, dopo accurate ricerche, rinveniva documentazione attestante la natura privata dell’area, tant’è vero che ella, nonostante la nota del Comune di Vieste del 18.05.2011, continuava ad esercitare, indisturbata, il suo possesso; né il Comune avanzava ulteriori pretese in tal senso, non dando alcun seguito a tale diffida.

Tale pacifica situazione di fatto si protraeva, quindi, negli anni, sino a quando, in data 22.08.2023, la Mazzone vedeva sorprendentemente arrivare sul terreno identificato dalla p.lla 2192 (ex p.lla 323) del foglio 7 del Comune di Vieste alcuni operai che, avendo ricevuto incarico dal Comune di Vieste, iniziavano a realizzare una staccionata, mai prima esistita.  

Immediatamente, allora, lei chiedeva spiegazioni in merito, evidenziando trattarsi di terreno di natura privata, ma tale invito non sortiva alcun esito, al punto che, con nota pec del 22.08.2023, la Mazzone diffidava il Comune di Vieste a voler immediatamente sospendere qualsiasi lavoro, in quanto ciò rappresentava evidente molestia e turbativa al possesso.

Inoltre, con ulteriore nota pec, inviata il 10/09/2023 al Comune di Vieste, la Mazzone, a comprova del fatto che i lavori realizzati sulla p.lla 2192 (exp.lla 323) del foglio 7 del Comune di Vieste erano stati eseguiti su un terreno di natura privata, inviava consulenza, commissionata diverso tempo prima, a firma dell’Istruttore demaniale Vincenzo M.D. Mastromarco con relativi allegati dove si evince la natura privata del terreno, rappresentati da un atto notarile e da due ordinanze del Commissario agli Usi Civici di Bari.

Nel frattempo, a seguito di istanza di accesso agli atti del 23.08.2023, in data 19.09.2023, le veniva consegnata copia della delibera di G.C. n. 71 del 28.03.2023 con relativo progetto.

Ha poi appreso che, probabilmente, i lavori con cui si è dato inizio derivano dalla delibera di Giunta Comunale del Comune di Vieste n. 233 del 04.08.2023 e della Determina n. 138 del 22.08.2023 avente ad oggetto “Lavori di riqualificazione sentieristica dolce mediante ripristino delle staccionate in legno e del fondo stradale

Pertanto, la Mazzone osservava che, trattandosi di terreni di natura privata e in ragione dell’attuale stato dei luoghi, come dimostrato contrariamente dalla perizia asseverata del 29.09.2023, non era possibile (né, peraltro, si sarebbe giustificato) l’esecuzione e sistemazione della stradina, del posizionamento e sostituzione di staccionate (già esistenti e perfettamente manutenute), il tutto autorizzate da una regolare denuncia di inizio attività del 24.12.2007, sicché diffidava il Comune di Vieste e la ditta incaricata dell’esecuzione di tali lavori (e anch’essa destinataria della nota pec), dall’accedere all’area contraddistinta dalle p.lle 2266/P-2192-2171-2180-2267-2175-2174 del foglio di mappa 7 e dall’eseguire qualsiasi genere di lavoro.

Fatto sta che il Comune di Vieste rimaneva sordo a qualsiasi istanza della Mazzone e, con nota del 18.10.2023, prot. 29904, notificata il 19.10.2023, le comunicava l’avvio di un procedimento amministrativo in relazione alla presunta occupazione abusiva di terreni demaniali siti in agro di Vieste, diffidandola allo sgombero dei terreni e al contestuale ripristino dello stato dei luoghi, entro e non oltre trenta giorni dalla notifica di detta nota, con eliminazione di qualsiasi manufatto realizzato, avvertendo, altresì, che, decorso infruttuosamente tale termine, avrebbe proceduto ad emettere ordinanza di sgombero coattivo dei terreni, oltre che ordinanza ingiunzione per l’illecita occupazione delle aree.

Nella nota comunale, si dava cenno solo alle diffide fatte pervenire dalla sig.ra Mazzone e, soprattutto, nulla si diceva in ordine alla pec inviata il 10.09.2023 con cui, a comprova della natura privata dei terreni in discussione, la Mazzone aveva trasmesso consulenza – commissionata molto tempo prima – a firma dell’Istruttore demaniale Vincenzo M.D. Mastromarco con relativi allegati.

Allora, con nota pec del 14.11.2023, contenente memorie e documenti sull’avvio procedimento, la Mazzone chiariva, ulteriormente: (i) che la natura privata dei terreni in questione – risultava acclarata in ragione di un atto notarile e di due ordinanze del Commissario Regionale per la Liquidazione degli Usi Civici del 20 marzo 1933 e del 30 gennaio 1935 [che allegava in copia conforme all’originale], e come si evinceva, ancor più chiaramente, dall’allineamento catastale operato dal perito demaniale nella sua relazione peritale del 14.11.2023 (che pure allegava); e che le visure catastale di tali terreni possedute dal Comune di Vieste era, pertanto, del tutto irrilevante e non provava, in alcun modo, la natura demaniale delle aree che erano e restavano di natura privata, come stabilito dall’atto notarile e dai due provvedimenti giurisdizionali del Commissario, non impugnati ed esecutivi a tutti gli effetti di legge, aventi valore di giudicato;

La Mazzone, quindi, fiduciosa che il Comune avrebbe finalmente desistito dalla sua azione, chiedeva disporsi l’archiviazione del procedimento introdotto nei suoi confronti, non ricorrendo alcuna occupazione abusiva di terreni demaniali e, dunque, risultando insussistenti i presupposti per l’emissione di ordinanze di sgombero e di ingiunzione.

Le speranze della Mazzone, tuttavia, sono rimaste tali, perché il Comune di Vieste, incurante di tutto quanto dedotto e prodotto dalla Mazzone e perseverando in un comportamento illegittimo e patentemente viziato da abuso di potere, ha, inopinatamente, emesso ordinanza ingiunzione n. 4 del 29.12.2023 ai danni della Mazzone (che, al momento, non le è stata ancora notificata), per ingiungerle il pagamento della somma di sei milioni di euro (!!) – per la precisione euro 5.939.160,06 – a titolo di indennità per la presunta ed inesistente occupazione abusiva dell’area contraddistinta dalle p.lle nn. 2171, 2174, 2175, 2192, 2266/P e 2267 di cui al foglio 7 del Comune di Vieste, anche in quest’altra circostanza,  nulla si diceva in ordine alla pec inviata il 10.09.2023 con cui, a comprova della natura privata in ragione di un atto notarile e di due ordinanze del Commissario Regionale per la Liquidazione degli Usi Civici del 20 marzo 1933 e del 30 gennaio 1935 [che allegava in copia conforme all’originale] e di regolare denuncia di inizio attività del 24.12.2007 prot. n. 24576 presentata dalla Mazzone con relativi allegati, dove si autorizzavano tutti i lavori sopraindicati.

La vicenda sembra quindi tutt’altro che appia­nata con entrambe le parti ferme sulle proprie posizioni.

l’attacco