La denuncia dell’associazione culturale “L’isola che non c’è”, che segnala casi di treni affollati dalla Puglia verso il Centro-Nord Italia con biglietti più costosi rispetto ad altre tratte.
«Non c’è solamente un servizio più lento di trasporto, ma Trenitalia applica tariffe più costose sulla linea Adriatica rispetto a tante altre tratte servite dall’alta velocità. Basta effettuare una simulazione per l’acquisto biglietti sulla stessa distanza: il risultato è molto chiaro». Così l’associazione culturale «L’isola che non c’è» torna sul tema della mobilità su ferro che dalla Puglia, e più in generale dal Mezzogiorno, resta ancora molto meno performante rispetto all’area del Centro-Nord. L’associazione di Latiano, da anni impegnata sul fronte del diritto dei cittadini a trasporti adeguati, il 14 dicembre scorso ha incontrato l’amministratore delegato di Rfi (il barese Gianpiero Strisciuglio), ottenendo delle rassicurazioni su nuovi progetti. «Stiamo studiando – riferì Strisciuglio – le varie possibili alternative progettuali di una nuova linea ferroviaria. Nei prossimi giorni saremo in grado di comunicare quando lo studio sarà disponibile e potrà diventare oggetto delle valutazioni dei tanti soggetti coinvolti».
In attesa di poter valutare il progetto futuro, sul servizio proposto c’è ancora tanto da lavorare. «Nei giorni scorsi (ma anche durante il periodo natalizio) – prosegue l’associazione – abbiamo nuovamente simulato l’acquisto di un biglietto con largo anticipo, ad esempio per il giorno 14 marzo 2024, e abbiamo riscontrato che la tariffa scontata minima disponibile per il Frecciarossa Bari-Milano è superiore del 30% circa a quella del Napoli-Milano, nonostante la velocità commerciale sia inferiore e la distanza simile. Avevamo peraltro già segnalato ciò nel 2021 e l’anomalia ci sembrava essere stata corretta. Abbiamo anche osservato che lo scorso 24 dicembre i treni della linea Milano-Bari risultavano più affollati rispetto a tratte come la Milano-Napoli e la Roma-Reggio Calabria. Questo significa, crediamo, che vi è una notevole utenza potenziale che giustificherebbe un incremento e miglioramento dell’offerta. Perché questo apparente diverso trattamento, che comporta treni non solo più lenti, ma anche più cari, in un mercato ferroviario libero sì, ma regolamentato?».
Sui ritardi infrastrutturali l’analisi dell’associazione ricostruisce i passaggi di anni di inattività: «Le tratte raddoppiate 20 anni fa (Pescara-Foggia esclusa la Termoli-Lesina, Bari-Lecce e Bari-Taranto) non sono mai state dotate del sistema di segnalamento del blocco Automatico idoneo per permettere ai treni di viaggiare alla massima velocità di progetto dell’infrastruttura, pari a 200 km/h. Solo alla fine del 2013 è stato finanziato con 350 milioni una prima tranche di intervento di velocizzazione dell’intera linea Bologna-Lecce, che avrebbe dovuto concludersi in circa 5 anni ma che è ancora in corso». Poi il passaggio sulla «strozzatura» tra Puglia e Molise. «Dopo decenni di attesa – conclude l’analisi – l’opera è stata appaltata suddivisa in due lotti costruttivi: Termoli-Ripalta e Ripalta-Lesina. Mentre per il tratto Ripalta-Lesina (7 km) i lavori sono iniziati, per il tratto Termoli-Ripalta (25 km) ci chiediamo in che stato si trovi l’iter. L’ultimazione del lotto Ripalta-Lesina è prevista nel 2025, mentre quella del lotto Termoli-Ripalta nel 2028».
Le richieste sono puntuali e partono dall’investimento di 5 miliardi stanziati dal precedente governo per la linea ferroviaria Bologna-Lecce, con una visione d’insieme finalizzata alla massima velocizzazione, per arrivare al quadruplicamento dei binari nei tratti di linea più congestionati. Anche sui servizi il suggerimento punta alla velocizzazione: «Prevedere almeno 2-3 coppie di treni Frecciarossa tra Milano e Bari/Lecce che percorrano la tratta di alta velocità Milano-Bologna senza fermate intermedie e impieghino 6 ore e mezza tra il capoluogo lombardo e quello pugliese (come nel 2015). Abbattere il pedaggio per i treni realmente veloci che percorrano senza fermate le tratte di alta velocità Milano-Bologna e Roma-Napoli e proseguano, rispettivamente, verso Bari (Adriatica) e Reggio Calabria».