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“NO AL PARCO FOTOVOLTAICO GALLEGGIANTE SULLA LAGUNA DI VARANO. COMUNE E PARCO SI FACCIANO SENTIRE”

Le associazioni ambientaliste LIPU e Federazione Pro Natura, al pari del VWVF, bocciano il progetto dì Oceanica Sofìs srl.

Previsti ben 263.200 pannelli in un’area di 1,43 kmq a oltre 250 metri dalla sponda

Il 4 gennaio la domanda di autorizzazione unica è stata presentata, per la procedura di valutazione di impatto ambientale, a Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Ministero della cultura e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Il progetto prevede l’installazione di 263.200 pannelli fotovoltaici da 665 Wp (la potenza di ogni sottocampo è di circa 5 MWp data da 7.520 pannelli) su strutture galleggianti ubicate in un’area lagunare di circa 1,43 kmq nel lago di Varano (profondo meno di quattro metri) a oltre 250 m. lungo la sponda di Ischitella. Il parco fotovoltaico sarà costituito da 6 campi formati da un totale di 35 sottocampi, con una potenza elettrica nominale complessiva di circa 175 MWp. L’impianto proposto sarà ubicato nel territorio di Ischitella e sulla porzione di lago antistante la costa ad est del lago di Varano.

In attesa che l’amministrazione comunale di Ischitella e l’ente Parco nazionale del Gargano facciano sentire la propria voce, sono gli ambientalisti a boc­ciare senza appello il progetto di un enorme parco fo­tovoltaico flottante nella laguna costiera di Varano, presentato dalla tarantina Oceanica Solis srl. In un’area protetta, soggetta ai vincoli dei Parco.

Dopo il no del WWF Foggia, anche la LiPU Puglia e Basilicata dichiara totale contrarietà ri­spetto al progetto.

“Purtroppo questo non è che uno dei tanti progetti aberranti di centrali rinnovabili che arrivano – e arrive­ranno – sui tavoli autorizzativi”, afferma il presidente LIPU Enzo Cripezzi. “È la implicita conse­guenza della consegna “prostitutiva” che Governo e Regione hanno fatto adottando posizioni inadeguate e complici nei confronti di questa che è, senza timor di smentita, la più grande speculazione territoriale dopo quella edilizia degli anni Sessanta! E, per di più, con esborsi finanziari esponenziali e senza concreti ap­porti energetici e per la riduzione dell’anidride carbo­nica.

La Germania è lì a ricordarcelo”, continua Cripez­zi. “Ma oltre all’atteggiamento deprecabile delle istituzioni e politica, una grossa responsabilità culturale ce l’han­no anche associazioni e pensatori green, che in ma­niera ascientifica, e senza una corretta valutazione tecnica dei sistemi energetici in gioco, hanno invocato, o meglio urlato, “più rinnovabili”, “le rinnovabili sono bloccate” (falso!), “troppa burocrazia” (falso!), “le rin­novabili sono energie a costo zero e impatto zero”.

Noi eravamo quelli cattivi”, sottolinea il presidente LiPU chiamando in causa la netta apertura alle rinnovabili di altre associazioni, come Legambiente. “E loro sono stati accontentati, ancora di più: un mix infernale di in­centivi e deregulation autorizzative, agevolazioni ge­stionali, deroghe. Noi lo dicevamo e da oltre 20 anni: questa era una gara alla peggior demagogia di sem­pre, con conseguenze disastrose per il territorio e i suoi valori inalienabili, rendendo prima o poi invise le stesse rinnovabili”, prosegue Cripezzi. “E oggi, dopo aver tumefatto i lineamenti preziosi delle aree rurali, le società energetiche “pulite”, con la stessa disinvoltura, pro­pongono simili aberrazioni: proprio là, sulla laguna di Varano, nel mezzo del Monet paesaggistico che si apre a perdita d’occhio dal versante garganico setten­trionale, dove – ironia della sorte – proprio come LIPU avevamo ottenuto il diniego VIA a lottizzazioni turisti­che, dove è difficile se non impossibile trovare più tutele e interdizioni normative.

 La procedura sembra es­sere ad uno stadio preliminare di interlocuzione col Mi­nistero e di istruttoria. Tuttavia è già evidente l’effetto invasivo che avrà in termini di sottrazione di ecosiste­ma lagunare per l’avifauna acquatica e di detrimento paesaggistico ma anche di nuove opere industriali a terra (stazioni elettriche) grandi come quartieri e, so­prattutto, la allocazione in vincoli PPTR, IBA, RN2000, fino al grado di area Parco”, puntualizza Cripezzi.

“Ov­vero aree interdette a questo genere di impianti! Come mai? Non è l’unico caso. La sensazione, se non l’evi­denza, è che dietro queste istanze ancora più spregiu­dicate vi sia la chiara intesa di questo comparto indu­striale di prendere a spallate anche queste residue vin­colistiche (aree non idonee), confidando in maglie be­nevole della giurisprudenza e quindi in una vertenza le­gale.

 “Chiediamo necessaria una riflessione approfondita sui potenziali impatti negativi su questo fragile ecosi­stema, che già presenta notevoli criticità”, affermano i referenti della Federazione Pro Natura. “La laguna di Varano rappresenta un patrimonio naturali­stico di inestimabile valore, caratterizzato dalla sua biodiversità unica e dalla sua importanza come habitat per numerose specie di flora e fauna.

La realizzazione di un impianto fotovoltaico galleggiante, in assenza di studi multidisciplinare non consente di escludere che la sua eventuale realizzazione potrebbe avere impor­tanti ripercussioni sulla già precaria la stabilità ecologi­ca compromettendo così la sostenibilità a lungo termi­ne di questa area.

Tra le principali preoccupazioni sol­levate riguardano: impatto ambientale, perché la co­struzione dell’impianto richiederebbe la messa in ope­ra di strutture galleggianti e la manipolazione del fondale della laguna, potenzialmente causando danni irreversibili agli ecosistemi acquatici locali; biodiversità in quanto la laguna ospita una ricca varietà di specie di uccelli migratori, pesci e altre forme di vita acquatica, e l’interruzione del loro habitat naturale potrebbe minac­ciare la loro sopravvivenza e influire negativamente sull’equilibrio ecologico; paesaggio naturale giacchè la laguna è una destinazione turistica di rilevanza, ap­prezzata per la sua bellezza naturale, e la presenza di un impianto fotovoltaico potrebbe compromettere il paesaggio e ridurre l’attrattiva turistica.

Chiediamo alle autorità competenti di considerare alternative sosteni­bili ed ecocompatibili per soddisfare le esigenze ener­getiche locali, preservando l’integrità della laguna. So­steniamo lo sviluppo di soluzioni che rispettino l’equili­brio tra le necessità umane e la conservazione dell’ambiente, ma questa non pare esserlo”, conclude la Fe­derazione ProNatura. “Inoltre, invitiamola comunità locale e l’ente Parco a unirsi a noi nella difesa della laguna e a farsi sentire per sostenere iniziative che promuovano uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.

l’attacco