Il parco eolico offshore dinanzi alle coste garganiche-sipontine del golfo di Manfredonia si farà, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha approvato il relativo progetto consistente in sessantotto turbine da 15 Mw ciascuna, per complessivi 1.020 Mw, che occuperanno un’area di 85 km quadrati fra i 10,5 e i 16 km dalla costa.
Ha altresì dato via libera al parco eolico offshore nel mare antistante tra Brindisi e Lecce: 35 pale da 15 Mw ciascuna, meno della metà di quello del golfo di Manfredonia. Altri progetti per un totale di 70 parchi sono previsti oltre che in Puglia, in Sardegna, Sicilia e Calabria.
A Manfredonia la notizia dell’ok del Ministero al parco eolico offshore è passata in perfetto silenzio. Segno che si è d’accordo? Unica voce sollevata a commento della notizia è stata quella della ex consigliera comunale e consigliera dell’Anci, Maria Teresa Valente che ha ricordato come nel 2014, dieci anni fa, i Comuni dirimpettai di quel Parco, da Vieste a Barletta con Manfredonia capofila, sottoscrissero un documento di vigorosa opposizione a quel progetto evidenziando una serie di conseguenze di ordine economico, ambientale, sociale.
Una posizione mantenuta fino al 2018, fino alle soglie dello scioglimento del consiglio comunale di Manfredonia per condizionamento ed infiltrazione mafiosa. Poi più nulla. Anche l’amministrazione comunale del momento a guida Rotice è rimasta nella «totale indifferenza». Le pur tante osservazioni contrarie evidenziate, sono rimaste nei retropensieri degli interessati. Tra i pareri contrari anche quello della Regione Puglia.
Senza alcun riscontro è rimasto da ultimo l’avviso diffuso nel luglio 2023 dalla Capitaneria diporto di Manfredonia col quale si avvertiva «coloro che potessero avervi interesse a presentare le opportune osservazioni a tutela dei propri interessi».
A meno di imprevisti straordinari, la Seanergy srl di Torremaggiore con partecipazione quasi totale della tedesca Wpd AG spa con stabilimento in Germania, realizzerà nel giro di otto mesi il parco eolico offshore che produrrà un fatturato di un miliardo di euro l’anno per 25 anni di concessione.
È stato evidenziato che non sono state previste royalty (vale a dire il compenso che di deve come corrispettivo della concessione di utilizzare un bene pubblico o privato).
A parte che saranno realizzate a terra sulla costa di Siponto gli impianti dove la energia elettrica prodotta delle pale eoliche sarà immessa, previa trasformazione, nella rete nazionale, ci sono delle ripercussioni negative che potranno pure essere quantificate, viene rilevato dai pescatori, sulla pesca (ma non solo): quel parco eolico è una presenza prorompente che non potrà non incidere sui comportamenti della fauna ittica e dunque sulla pesca.
Ma c’è un altro aspetto niente affatto considerato che supera quel vezzo di opporre un “no” a prescindere ad ogni iniziativa che si propone, ed è quello di chiedere (pretendere) come in questo caso specifico, che tutto l’apparato costruttivo e logistico inerente alla realizzazione del parco eolico, venga fatto a terra utilizzando magari le aree ZES retroportuali, il porto, la manodopera locale e le vie di trasporto stradale e ferroviario esistenti. Insomma, una partita tutta ancora da giocare.