In occasione della BIT di Milano, la Borsa internazionale del turismo, Pugliapromozione ha presentato i dati sul turismo in Puglia del 2023. Vieste si conferma la località con le maggiori presenze con oltre 1,9 milioni; seguono Peschici (8° posto) e San Giovanni Rotondo (13° posto), rispettivamente con 562mila e 407mila presenze annue.
Le presenze totali in tutta la regione sono state oltre 16 milioni. La provincia di Lecce (5,2 milioni) supera quella di Foggia (4,3 milioni) per circa un milione di presenze in più; seguono Bari (3,1 milioni), Brindisi (2,1 milioni), Taranto (1,2 milioni).
Il 77% delle presenze turistiche in Capitanata si concentrano nei comuni di Vieste, Peschici, San Giovanni Rotondo e Rodi Gargano; seguono a distanza Mattinata e Manfredonia.
Peschici è il comune con il soggiorno medio più alto (7,11 giorni), seguono Vico del Gargano (6,64 giorni) e Vieste (6 giorni circa).
Il turismo religioso di Monte Sant’Angelo (Santuario di San Michele Arcangelo) e di San Giovanni Rotondo (San Pio) rappresenta i’11,4% del totale.
La presenza di turisti si concentra soprattutto nei mesi che vanno da giugno a settembre (75,48%) con un forte stagionalità nei mesi estivi.
Un dato importante sul quale riflettere è quello della mancanza di crescita del settore: difatti dal 2016 al 2023 i numeri delle presenze turistiche subiscono una flessione di 132mila presenze in meno (-3,2%).
I comuni più colpiti sono Mattinata (-23,66%), Peschici (- 17,35%), Manfredonia (-9,15%), mentre in termini percentuali crescono Monte Sant’Angelo (+32,14%) e Vico del Gargano (+5,80%), tiene Vieste (+2,78%).
Il settore turismo dal punto di vista del PIL e occupazionale ha un impatto determinante per Vieste, Peschici e Rodi Garganico e rappresenta rispettivamente il 58,80% (71 milioni di euro), il 57,81% (20 milioni di euro) e il 37,86% (12 milioni di euro) del PIL totale con un numero di occupati di 22.500 per Vieste, 6.500 per Peschici e 3.800 per Rodi Garganico.
Poco significativa risulta, invece, l’incidenza sul PIL totale per i comuni di Manfredonia (0,87%) e Monte Sant’Angelo (2,28%).
Un dato cui prestare molta attenzione è il trend delle presenze degli ultimi anni, che registra un grado di maturità molto elevato, se non addirittura l’inizio del ciclo di declino. Come dimostrato dal grafico del “ciclo di vita del prodotto turistico del Gargano” che va dagli anni Sessanta al 2023, dopo un periodo lunghissimo di crescita il settore rimane più o meno stabile da decenni e ha iniziato una fase di decrescita colpendo in modo significato i comuni di Mattinata e Peschici.
In altre parole, l’analisi conferma che il turismo balneare nel nostro Gargano ha iniziato a percorrere una fase calante.
Le ragioni note di questo inizio di decrescita sono tutte nella mancanza di investimenti innovativi e dalla scarsa qualità dei servizi resi. Ciò determina una presenza di turisti soprattutto di provenienza locale o di regioni vicine (Puglia, Campania, Lombardia, Emilia Romagna), la presenza internazionale stenta a crescere ed è ancora non rilevante (20%).
Il punto di forte debolezza è che le imprese che operano lungo tutta la filiera devono uscire dai confini della propria piccola organizzazione familiare e integrare le proprie attività (marketing, acquisti, finanza, logistica, internazionalizzazione) con quelle di altre organizzazioni pubbliche e private, fare in altre parole cooperazione strategica.
Occorre che tutto il territorio garganico costruisca la propria identità fatta di mare, itinerari culturali e religiosi, di bellezze paesaggistiche, di cultura dell’accoglienza, di enogastronomia, attraverso processi di aggregazione e di cooperazione anche al fine di attrarre i migliori talenti professionali.
In altre parole, Il Gargano deve essere percepito come un’unica entità territoriale, organizzativa e gestionale da far crescere e sviluppare a beneficio di tutti i comuni e la classe politica e imprenditoriale deve agire perché ciò avvenga superando individualismi sterili e campanilismi medievali.
La curva del ciclo di vita del nostro prodotto turistico ci segnala e ci ammonisce che siamo in una fase di forte maturità ed è appena iniziata la fase di declino alla quale bisogna subito porre rimedio.
Lettini, ombrelloni, mare pulito e bellezze del paesaggio non sono più sufficienti ad attrarre turisti, soprattutto esteri.
E’ necessario fare altro, altrimenti assisteremo ancora una volta a calo e decadenza. Tutti dovremmo studiare a fondo i dati degli ultimi decenni, comune per comune, e capire le ragioni della stagnazione ultradecennale del settore e la grave fase di decrescita in alcuni comuni come Mattinata, Peschici e Manfredonia, per individuare le opportune strategie da attuare. E finito il tempo della piccola attività familiare fortunata poiché vicina alla spiaggia, che vede il turista non come una fonte di ricchezza sociale permanente da far continuamente crescere ma come un’opportunità immediata da sfruttare puntando solo al proprio tornaconto personale attraverso una politica scellerata di prezzi alti e scarsi servizi. Facciamo entrare nelle imprese, nelle organizzazioni pubbliche e private, le giuste professionalità che hanno una forte conoscenza del mercato e dei processi gestionali. Solo così potremo salvare l’ultimo patrimonio che ci è rimasto, non per merito nostro ma per divina provvidenza. Anche in questo caso la qualità della classe politica è un presupposto necessario.
PESCHICI PERDE IL -17,35% VS 2016. D’ARENZO “EVASIONE E POLITICHE ASSENTI NEGLI SCORSI ANNI”
Ad oggi, dunque, ci sono solo ì dati 2023 delle prime 15 destinazioni turistiche pugliesi, vale a dire Vieste, Bari, Ugento, Lecce, Fasano, Otranto, Gallipoli, Peschici, Carovigno, Monopoli, Ostuni, Melendugno, San Giovanni Rotondo, Porto Cesareo e Polignano a mare. Ma un ragionamento può comunque essere fatto rispetto alle due destinazioni garganiche che hanno perso maggiormente, ovvero Peschici e Mattinata. La prima ha registrato lo scorso anno 562.317 presenze e 79.552 arrivi, mentre nel 2022 le presenze erano state 625.454 e gli arrivi 90.549; nel 2021 rispettivamente 628.788 e 90.345, nel 2020 presenze pari a 462.216 e arrivi pari a 71.709.
Secondo il sindaco peschiciano Luigi D’Arenzo, eletto a maggio 2023, “non c’è stata, negli ultimi anni, una politica turistica adeguata” ma la colpa è ascrivibile anche a “un’evasione importante per quanto riguarda la denuncia di presenze nelle strutture ricettive”.
“Abbiamo effettuato una verifica sommaria con gli uffici comunali e ci siamo ritrovati con strutture ricettive che hanno dichiarato anche 15 ospiti giornalieri nel mese di agosto. Alcuni addirittura zero di fronte ad almeno mille persone effettive”, tuona D’Arenzo. “Sono numeri del tutto lontani dalla realtà, a Peschici abbiamo un’evasione considerevole che secondo me pesa per il 30%.
Penso che 30% degli operatori turistici dichiarino molto meno di quanto effettivamente avviene nelle proprie strutture ricettive. Non ci ritroviamo con i numeri ufficiali di Pugliapromozione. Le cose non quadrano né se pensiamo ai dati della raccolta differenziata, che non mentono, né se consideriamo gli incassi relativi all’occupazione di suolo pubblico.
In questo caso erano previsti 30mila euro annui di incasso nel 2023, invece ne sono stati circa 120mila. C’è qualcosa che non quadra”, sottolinea il primo cittadino. “Ma devo anche aggiungere che negli scorsi anni non è stato fatto nulla dal Comune di Peschici quanto a politiche turistiche, basti pensare che siamo tornati quest’anno alla BIT di Milano dopo una lunghissima assenza.
Rispetto al 2022 lo scorso anno il calo c’è stato effettivamente ed è stato generale: è dipeso sia dalla fine dei bonus che dal maltempo che ha caratterizzato parte della stagione estiva. Ma io credo che in via principale la motivazione sia riconducibile all’evasione”, continua il sindaco, da poco iscritto al Pd.
“A Peschici credo che ci siano circa 200 strutture ricettive, compresi i b&b. Controlleremo a fondo per contrastare l’evasione fiscale. La vecchia amministrazione (guidata dal più volte sindaco Franco Tavaglione, ndr) proprio alla vigilia delle comunali di maggio 2023 adottò una delibera di giunta in cui si dichiarava l’intenzione di sottoscrivere un protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza contro l’evasione degli operatori turistici.
Quel protocollo non si realizzò mai, io adesso voglio adottarlo. Ci sarà un controllo generale su tutte le attività. L’evasione incide notevolmente anche sull’ammontare dell’imposta di soggiorno, che è stata di circa 450mila euro nel 2022 e di circa 550mila nel 2023, quando tutti i parametri si sono alzati compresi i parchimetri.
Sono state, inoltre, messe in campo alcune iniziative grazie alle quali gli operatori oggi pagano più volentieri l’imposta di soggiorno, mentre prima davvero non veniva fatto nulla dall’amministrazione comunale”. D’Arenzo ha infine un’idea precisa dei motivi per cui la Capitanata non è tornata ai livelli prepandemia del 2019.
“Secondo me da un lato ha inciso la crescita di realtà emergenti destinazioni competitive, come l’Albania, dove si sono recati molti italiani, anche soltanto mossi dalla curiosità. Dall’altro lato dipende dai problemi atavici che ci portiamo avanti come provincia di Foggia in materia di viabilità. Bari, la BAT, il Brindisino e il Salento sono tutti territori collegati agevolmente tra loro, mentre il Gargano ha questo problema enorme legato alla difficoltà nei collegamenti. Peschici dista due ore dalla principale città, ovvero Foggia. Per noi la superstrada garganica diventa vitale, così come anche una forma di trasporto su strada ferrata. Immagino una metropolitana di superficie veloce”, conclude D’Arenzo.
l’attacco