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IL BELLO DEL GARGANO NEI GIOIELLI DELL’ORAFA GIOVANNA IERVOLINO

 “L’obiettivo è far riaffiorare, attraverso le mie creazioni, le storie, le leggende e le bellezze della nostra terra”.

L’orafa peschiciana Giovanna Iervolino,in arte GioJe, ha creato tre gioielli che parlano d’amore e che fanno riferimento a tre paesi dei Gargano: Vieste, Vi­co e Peschici. La linea prende il nome “Un Gargano che parla d’amore”. Tra le sue ’GioJe’ già realizzate, che si ispirano a luoghi caratteristici del Gargano, ci sono: La Diomedea, Il profeta Elia patrono di Peschici,

La torre del ponte di Peschici, San Michele Arcangelo di Monte San­t’Angelo, Il crustolo e u canestriil, La Madonna di Kalena. Queste ultime creazioni, invece, puntano direttamente al cuore raccontando l’amore in questo particolare periodo. Un ciondolo in argento, infatti, raffigura San Valentino, patrono di Vico del Gargano, santo degli innamorati, incor­niciato da un cuore e un’arancia smaltata.

Poi c’è il Cuore di Peschici, un monolite che si trova sulla splendida marina di Peschici e che potrà essere indossa­to da chi amma il paese dai mille tramonti.

Per Vieste, invece, un gioiello che narra la struggente storia d’amore tra Cristalda e Pizzomunno, ispirato al racconto di Giuseppe D’Ad­detta.“Una triade magica che illuminerà il Gar­gano nell’incantevole periodo dedicato all’Amore”, ha commentato l’orafa.

Nello specifico il gioiello di Vieste realizzato in oro, cammeo sardonico, perle naturali, corallo rosato e pietra di lupa, interpreta una sintesi della leggenda di D’Addetta che racconta: “In una di quelle capanne, viveva la più bella fan­ciulla di tutto il Gargano.

Dicono che si chiamas­se Vesta. Vicino alla riva, abitava Pizzimunno, un pescatore dalle membra perfette e vigorose e quando l’acqua era trasparente, Pizzimunno scorgeva sul fondo visi bellissimi di donne, mentre canti maliosi cominciavano a serpeg­giare nell’aria. Ma Pizzimunno amava Vesta ed alle sirene rispondeva che la sua amante era sempre la più bella e nessuna di loro reggeva al suo confronto. Le sirene allora si consultarono, non potevano sopportare che un misero e mor­tale pescatore ridesse di loro e dal consiglio di tanta gelosia, venne fuori una sentenza terribil­mente crudele che nell’eternità avrebbe fatto soffrire i due amanti.

Con gli occhi fissi sul mare, non si accorsero che delle sirene erano alle spalle di Vesta. Ad un tratto la fanciulla fu stretta da catene ed uno strappo forte la fece cadere in acqua mentre il giovane, come pietrificato, guardava il gorgo che brevemente ribollì sulla testa dell’amata. Si tuffò quasi a raggiungere il fondo nella speranza di raggiungere Vesta, ma poi si sentì sfinito ed ogni movimento gli fu im­possibile. L’alba che seguì vide sulla riva quella roccia alta e bianca che sembra un fantasma. Vesta fu trascinata lontano, negli abissi marini, e i suoi occhi lucenti di pianto, videro un regno fiabesco.

La stele di corallo rosa in cui Vesta è trasformata, dai suo apice goccia sempre lacri­me mentre una catena di cento maglie la tiene assicurata ad una grande colonna che sorreg­ge la volta. Le lacrime cadono come perle fosfo­rescenti sull’acqua azzurra che circonda la ste­le rosa e si ammucchiano alla sua base cerne a formare il piedistallo, ma se una sirena le tocca, si liquefanno e tornano stille di acqua nell’ac­qua. Ed anche la stele di corallo ridiventa Vesta e il faraglione ridiventa Pizzimunno se una sire­na li accarezza. E non vi è pianto più accorato di quello dei due amanti quando riprendono spoglie umane. Da questo pianto le perfide sirene sono state impietosite ed hanno deciso di far rivedere gli amanti ogni cento anni. su quello stesso scoglio dove vissero l’ul­tima notte d’amore.

L’artista dei gioielli, Giovanna lervolino, ha raccontato: “Ogni parte della storia di Cristalda e Pizzomunno corrisponde ad una parte del gioiello. Il mio obiettivo è far riaffiorare le storie, le leggende e le bellezze della no­stra terra attraverso le mie creazioni. Lavoro nell’azienda di famiglia, attiva dal 1958, sono figlia d’arte, ma ho fre­quentato la scuola orafa, mi sono laureata e all’interno dell’azienda ho creato questa sezione ‘GioJe del Garga­no’ che si ispira alle bellezze del territorio.

Al momento mi sono dedicata al Gargano, ma è nei miei progetti allargare la produzione ispirandomi a tutta la Daunia. Il mìo obietti­vo non è la vendita, ma è far conoscere la storia attraverso il gioiello. Per esempio quello dedicato alla Madonna di Kalena, realizzato grazie alla collaborazione di Teresa Rauzino,raffigura tutti i simboli che ne raccontano la sto­ria e così voglio continuare con le tante bellezze che ap­partengono al nostro territorio in modo che tutti possano conoscerle meglio”.

l’attacco