«L’associazione Fai antiracket di Vieste è nata 15 anni fa, nel 2009 ed eravamo 27 associati. Grazie anche alle nostre denunce è nato il processo denominato Medioevo (contro la mafia garganica responsabile di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti del posto) che ha visto molti associati testimoniare in aula contro i responsabili di intimidazioni ed estorsioni avendo al proprio fianco tutti noi. A distanza di 15 anni siamo 46 tra imprenditori, commercianti e liberi professionisti».
Così Nicola Rosiello, presidente dell’associazione Fai antiracket Vieste nel giorno della visita della presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo che sarà nella cittadina garganica questo pomeriggio per partecipare a un convegno promosso proprio dalla Fai Vieste.
Rosiello, presidente dal 2018, è tra i soci fondatori dell’associazione che, afferma, «nasce con l’obiettivo di sensibilizzare le vittime alla denuncia e di seguirle in tutte le delicate fasi, a partire proprio dalla denuncia fino al processo. Ricordo che siamo nati perché lo Stato ci è stato vicino.
Anche noi imprenditori ci sentiamo squadra Stato. La nostra associazione è un esempio di come l’unione tra persone può rappresentare un monito anche per la criminalità organizzata a smettere di chiedere il pizzo».
Il presidente ricorda anche «quanto sia fondamentale agire sotto il profilo culturale. Importante e fondamentale le tantissime iniziative culturali fatte e quelle che faremo. Attualmente – conclude – ci sono pochissime denunce perché la malavita non si avvicina nemmeno».
«C’è bisogno di un’antimafia di Stato che vada sempre d’accordo con l’antimafia di popolo». Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, intervenuta a Vieste, nel Foggiano, al convegno organizzato dall’associazione fai antiracket da 15 anni operante nel territorio garganico.
«Ho portato la commissione parlamentare antimafia come prima uscita in prefettura a Foggia e nei prossimi giorni la relazione definitiva su questo territorio arriverà in Parlamento». Colosimo è intervenuta anche sulla questione pentiti in provincia di Foggia alla luce anche degli ultimi avvenimenti. «Fondamentale l’apporto dei pentiti.
Sono pentiti importantissimi per due motivi. Intanto perché la criminalità di questo territorio ha la ferocia della camorra cutoliana e anche quel legame familistico tipico della ‘ndrangheta. Entrare nel meccanismo della mafia garganica è necessario e ci aiuterà a scardinarla ancor più».