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«TURISMO DEL LUSSO IN PUGLIA SFIDA DI QUALITÀ, NON DI PREZZO»

L’assessore Lopane: «Oltre all’Internazionalizzazione e stagionalità del Piano Strategico 16-25, la nuova strategia punta alla qualificazione dell’offerta».

Per crescere nel comparto luxury la Puglia deve sviluppare una sorta di mo­nomania collettiva riassumibile in una parola di tante lettere quanti sono i leader della Terra che si riuniranno a Borgo Egnazia a giugno, le 7 lettere di «qualità».

Qualità lungo tutta la filiera, dal sorriso del ragazzo addetto ai caffè alle strade e ai trasporti, qualità nella pulizia delle ca­mere d’albergo così come di lidi e cam­pagne che costeggiano le piste ciclabili.

È questo il messaggio venuto dal convegno «Il turismo di quali­tà», organizzato du­rante la Btm-Busi- ness Tourism Mana­gement che si sta svolgendo a Bari, in Fiera del Levante.

Per la felice mode­razione del pugliese Giuseppe De Bellis, direttore di Sky Tg24, dopo i saluti del ceo di Btm Italia, Nevio D’Arpa, sono inter­venuti: Massimo Salomone coordinatore Gruppo tecnico turismo Confindustria Puglia; Angelica Corsini di Arsenale Group; Gianfranco Lopane assessore al Turismo della Regione Puglia; Anna Cinti dell’Associazione Le Colonne; Gabriele Menotti Lippolis presidente Confmdustira Brindisi e, ultimo ma non ultimo, Aldo Melpignano di Borgo Egnazia.

La sfida della qualità, si diceva, merita di essere raccolta visto che il luxury già oggi vale il 15% del fatturato totale del settore alberghiero italiano e il 25% della spesa turistica diretta e indiretta (dati del­lo studio Turismo di Lusso di Antonio Coviello del Cnr-Iriss, in Rapporto sul Tu­rismo Italiano, Cnr Edizioni).

Gli effetti di puntare in quella direzione li ha sinte­tizzati in modo adamantino Gabriele Me­notti Lippolis: «Farlo vuol dire lasciare ai nostri ragazzi la scelta tra andare all’este­ro o lavorare qui, la scelta! Vuol dire buo­na occupazione ed essa si fa con la for­mazione e con la destagionalizzazione ve­ra, non fumosa».

Per Melpignano «qualità è fare bene. E non è collegato soltanto al turista alto-spendente o alle stelle (intese come Stelle Michelin; ndr). “Bene” vuol di­re cucinare un buon piatto di pasta, anda­re a scoprire un ter­ritorio accompagnato da persone che lo sanno fare e questo si può fare a tutti i livelli e tutti dobbiamo investire sulla qualità. Questo è ciò su cui possiamo competere.

La Puglia non può competere sul prezzo, ma su questo. E i risultati stanno sotto gli occhi di tutti». Un esempio di questa “coralità” è venuto pro­prio dalla testimonianza di Cinti che con l’Associazione si occupa della gestione dei beni monumentali brindisini e, da un anno, anche di spiegare agli operatori del turismo quali meraviglie potrebbero vi­sitare i loro ospiti.

«Se “Puglia 365” (il Piano Strategico del Turismo della Regione Puglia 2016-2025; ndr) si muoveva sui temi dell’internazio­nalizzazione e della stagionalità, la nuova strategia assomma a ciò la qualificazione dell’offerta», afferma Lopane secondo cui «è un tema centrale e dobbiamo farlo sia come Pubblica amministrazione sia aiu­tando gli imprenditori a intraprendere questo percorso».

Salomone sottolinea come «possono es­sere migliorati i collegamenti viari e fer­roviari dai capoluoghi di provincia verso i siti turistici» e come Confindustria sia impegnata sulla formazione con esperien­ze di collaborazioni di successo con Its regionali, università di Bari e LUM.

Un esempio chiaro di come il turismo di qualità possa portare benefici diffusi e infra-filiere è venuto da Corsini che, par­lando dell’Orient Express La Dolce Vita, ha ricordato come il progetto di «treni di lusso estremo» si basa su «carrozze pro­dotte in Italia, nello stabilimento di Brin­disi e a Palermo».