Quattro in carcere, tre ai domiciliari e due donne con divieto di dimora.
Sono nove le persone coinvolte nel maxi blitz di ieri mattina dei carabinieri delle Compagnie di Cerignola e Manfredonia. I militari, coordinati dalla procura, hanno sgominato un gruppo di spacciatori molto attivi a Vieste.
Sono state documentate oltre 5mila cessioni di stupefacenti, soprattutto cocaina, tra gennaio e luglio del 2022. Tra 50 e 60 vendite al giorno, in larga parte presso un’abitazione del centro storico di Vieste dove la droga veniva calata dall’alto con sistemi alquanto ingegnosi.
Gli inquirenti avrebbero ricostruito gli espedienti utilizzati durante le consegne agli assuntori, che dopo aver depositato il denaro in un cestino calato dall’alto, ricevevano lo stupefacente, per lo più di cocaina, attraverso un ingegnoso sistema di canaline, grazie alle quali le dosi dal terrazzo del fabbricato venivano recapitate al piano strada.
Tra gli arrestati spicca il viestano Franco Raduano, nome noto agli inquirenti, cugino del boss Marco Raduano, recentemente arrestato dopo quasi un anno di latitanza. L’abitazione al centro dei traffici di droga sarebbe attigua proprio all’appartamento del parente del capomafia. L’uomo è finito in carcere insieme ad altre tre persone, Umberto Sforza, fornitore cerignolano di cocaina, e i viestani Danilo Notarangelo e Luciano Gentile.
Ai domiciliari Stefano Langi (provvedimento notificato in carcere dove si trova per altra vicenda) e Antonio Ruggieri, sempre di Vieste e Alessandro Sanmartino di Cerignola. Divieto di dimora in provincia di Foggia per due donne. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di traffico, detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante le investigazioni, a riscontro delle attività condotte, i militari dell’Arma hanno arrestato sei persone in flagranza di reato per detenzione illecita finalizzata alla vendita di sostanza stupefacente, ne hanno denunciata una in stato di libertà per lo stesso reato e hanno segnalato alla Prefettura di Foggia 17 assuntori. Sono stati, inoltre, sequestrati complessivamente circa 1,3 chili tra hashish, cocaina e marijuana e circa 2.400 euro in contanti, considerati provento dell’attività di spaccio.
“Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati, la cui posizione è al vaglio dell’autorità giudiziaria, non possono essere considerati colpevoli fino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva”, ricordano i carabinieri.