Lavora sulla struttura di Punta Lunga a Vieste. “La mia passione? Nata per l’amore che avevo per mio padre”.
Anna, l’ultima trabuccolante del Gargano. L’unica donna custode di un trabucco in Italia. La sua è una storia che nasce per passione e per tradizione sulle orme del suo papà, trabuccolante storico di Vieste. Oggi Anna Ranieri ha 57 anni e dall’età di 12 anni vive praticamente sul trabucco di Punta Lunga, uno dei dieci trabucchi facenti parte dell’Associazione “La Rinascita dei Trabucchi storici” presieduta da Matteo Silvestri.
“Una passione nata per l’amore che avevo per mio padre che per un periodo era rimasto solo sul trabucco e aveva bisogno di aiuto. Era il periodo del colera in Italia, e la Capitaneria di Porto ordinò la chiusura anche del nostro trabucco Grotta delle Travi che all’epoca si trovava nel centro storico di Vieste a Marina Piccola.
Mi ricordo che trasferimmo tutto via mare con le barche fino a Punta Lunga dove oggi si trova l’attuale trabucco. Purtroppo papà non è riuscito a vedere realizzato il suo sogno, quello di vedere il trabucco di Punta Lunga.
Da quel momento mi sono affezionata a questa pratica marinara, qui ho imparato a nuotare, a fare le immersioni e soprattutto a saper usare questa complessa macchina da pesca. L’ho fatto solo per il bene che volevo a mio padre.
La pesca più bella? Era un Natale di quasi 50 anni fa, aiutavo mio padre e pescammo un branco di cefali, almeno 3-4 quintali. Meno male, altrimenti quel Natale si rischiava di non mangiare.
Oggi purtroppo questo non è più un lavoro remunerativo, si pesca sempre meno. Già dagli anni ’80 il pescato è notevolmente diminuito e trabucchi hanno davvero rischiato di essere tutti abbandonati.
Oggi, grazie soprattutto alla nostra associazione li stiamo recuperando, anche se per altre finalità. Il trabucco per me è tutto, grazie al trabucco ho imparato ad amare il mare ed una qualità della vita che non ha uguali. Mi basta osservare un’alba o un tramonto per sentirmi una donna fortunata”.
saverio serlenga