Cenerentola è la fiaba delle fiabe. La storia di una donna del più umile livello sociale, una serva, che diventa principessa. A Vieste per tre sere è stata proposta nella versione immaginata e riscritta in vernacolo da Maria Luisa Labombarda. “Fest a u castidd, viet a chi vej” è il lavoro presentato con successo al Cine Teatro.
La società moderna tende a dimenticare le proprie radici, ma è bastata la prima battuta che il teatro “venisse giù”. D’un tratto più di 300 persone si sono ritrovate e magicamente come se avessero recuperato le proprie radici, la propria idendità.
Genialata della Labombarda, che non senza fatica, da 30 anni riporta a galla ogni anno con una rappresentazione teatrale “LA MEGLIO VIESTE” . “L’italiano va bene per scrivere, – ama sottolineare – dove non serve la voce, ma per raccontare un fatto ci vuole la lingua nostra che incolla bene le storie e lo fa vedere”. Già, come si dice: Tutti i dialetti sono metafore e tutte le metafore sono poesia.
Plauso alla compagnia che ha dato vita ad uno spettacolo vorticoso e pieno d’invenzioni, animato tra il buffo e il grottesco dove hanno giganteggiato Angelo De Meo e Gigi Fasani, tirandosi dietro il resto della ciurma più che mai affiatata. Calato il sipario, dieci minuti di applausi, con inclusi i ringraziamenti per la donazione degli incassi alla Lega del Filo D’oro.
Di seguito i saluti di Renzo Arbore testimonial storico della Lega del Filo D’Oro e l’intervista a Maria Luisa Labombarda.
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“Fest a u castidd, viet a chi vej”, una commedia che dal titolo potrebbe sembrare un’opera di satira politica capitata nella giornata giusta per Vieste. Ci assicura l’autrice e regista ai microfoni di ReteGargano, che così non è. Una commedia esilarante e spensierata come tutte le opere portate in scena da Luisa Labombarda. Noi di Retegargano l’abbiamo sentita prima del debutto, rubandola alle ultime prove. Una Luisa scoppiettante e sempre molto attiva come la conosciamo tutti, sempre impegnata e seria anche nelle cose che debbano divertire. Nell’intervista non è mancato il suo parere sull’impegno sociale carente nella nostra comunità viestana e anche suggerimenti per problematiche gravi, ma passate di moda per la cronaca. Luisa Labombarda continua ad impegnarsi nel quotidiano, perché è da li che si parte per le grandi rivoluzioni. Un paese come Vieste che vanta onori pari ai capoluoghi del nostro stivale, oggi manca di un’ossatura sociale che sia partecipe della vita cittadina, donne in primis. Luisa è un esempio che esce totalmente dagli schemi, dopo aver portato a termine il suo ciclo scolastico, ora in pensione, ma mai ferma. Le abbiamo chiesto se si sente sola come donna in questa nostra comunità: ascoltate l’intervista.
Gaetano Simone