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CALCIO/ IL PRESSING MAFIOSO PER VENDERE IL FOGGIA: CI SONO NUOVE VITTIME

La Dda di Bari vuole fare luce sulle intimidazioni al presidente Canonico: minacce anche al capo ultras.

Non solo il presidente della socie­tà sportiva Nicola Canonico ma an­che il segretario generale Giusep­pe Severo, il direttore generale Vincenzo Milillo e il capo ultras Antonello D’Ascanio: è stato colpi­to da ogni parte il Foggia Calcio 1920, nell’ambito di un piano che sarebbe stato organizzato e messo in atto da personaggi vicini alla cri­minalità organizzata foggiana per indurre Canonico a «dimettersi e cedere la società».

Questo almeno ipotizza la Direzione distrettuale antimafia di Bari, nell’ambito di un’inchiesta che potrebbe portare presto a scoprire chi voleva mette­re le mani sulla squadra di calcio.

Per ora sono quattro le persone indagate a vario titolo per deten­zione abusiva di armi, danneggia­mento, danneggiamento seguito da incendio ed estorsione, aggra­vati dal metodo mafioso. Si tratta di Marco Lombardi (di 48 anni), Massimiliano Russo (di 49), Danilo Mustaccioli (di 47) e Fabio Delli Carri (di 47), tutte persone già no­te alla Digos e alla Squadra Mobile di Foggia, in alcuni casi ritenute vi­cine ai clan della Società foggiana.

Delli Carri – che è stato compagno della ex consigliera comunale di maggioranza Liliana Iadarola, in particolare, fu arrestato due volte per estorsione e, nella precedente perquisizione del 2021, sul suo cel­lulare fu trovata una foto in cui fa­ceva il saluto fascista insieme ad altri due uomini all’interno di un locale.

Da quei fatti alle intimida­zioni al Foggia Calcio, il passo è sta­to breve.

Le indagini sono partite nel giu­gno 2023, dopo che la Jeep dell’allora capitano Davide Di Pasquale fu raggiunta da numerosi colpi di arma da fuoco.

Quell’episodio non compare nel decreto di perquisi­zione firmato dai pm Bruna Man­ganelli della Dda e Enrico Infante della Procura di Foggia, eseguito il 20 marzo dalla polizia.

I fatti contestati riguardano il ri­trovamento di un ordigno da un chilogrammo, sotto l’Audi Q5 di Emanuele Canonico (figlio di Nico­la e vicepresidente della società), parcheggiata a Modugno vicino l’a­zienda di famiglia Cn Costruzioni generali. Tale episodio è avvenuto il 9 gennaio scorso, il 14 marzo 2023 invece era stata incendiata la Lancia Delta del capo ultras D’Ascanio.

Ad appiccare il fuoco sareb­bero stati tutti e quattro gli indagati con il concorso di un minorenne. ! La stessa squadra avrebbe agito il 15 marzo dell’anno scorso, quando era stata cosparsa di benzina la Peugeot del segretario generale del Foggia, Severo, mentre il gior­no successivo stessa sorte era toccata alla Jeep Renegade del dg Milillo.

In tutti i casi, contesta la Pro­cura, le persone hanno agito usan­do la forza di intimidazione mafiosa, per lanciare un messaggio alla collettività e rendere più convin­centi le comunicazioni destinate alle vittime. Mafioso sarebbe an­che il tentativo di estorsione com­messo – con i danneggiamenti ef­fettuati – ai danni di Nicola Canoni­co, che sarebbe stato l’obiettivo ultimo della strategia intimidatoria, finalizzata a convincerlo ad abban­donare la società calcistica foggia­na. Canonico, però, ha denunciato le pressioni alla polizia.

Che ora esamina il materiale sequestrato durante le perquisizioni, a partire dai telefoni dei quattro indagati, con l’obiettivo di individuare i mandanti della strategia del terro­re e anche coloro che hanno delle mire sul Foggia Calcio.

repubblicabari