Una pagina triste di deportazione nazifascista, una data ed una vicenda poco conosciuta e raccontata quella del 7 ottobre del 1943, il disarmo e la deportazione dei Carabinieri di Roma occupata.
Il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani Ministro per la Difesa emette il seguente dispaccio:”In conseguenza delle dichiarazioni fattemi dal Generale Delfini alla presenza del Ministro dell’Interno Buffarini e del Segretario del Partito Fascista Pavolini sulla inefficienza numerica morale e combattiva dell’Arma dei carabinieri in Roma, ordino:
1° ) entro questa notte tutti i carabinieri reali siano disarmati: le stazioni a cura della P.A.I. che sostituirà i carabinieri nei rispettivi servizi; i reparti accasermati a cura del Generale Delfini che mi risponde personalmente della esecuzione integrale;
2° ) i militari dell’Arma resteranno disarmati nei rispettivi posti: quelli delle stazioni sotto la responsabilità della P.A.I., quelli delle caserme sotto la responsabilità del Generale Delfini e dei rispettivi comandanti;
3° ) gli ufficiali resteranno nei rispettivi alloggiamenti, sotto pena in caso di disobbedienza, di esecuzione sommaria e di arresto delle rispettive famiglie. Firmato R. Graziani.”
Roma è nelle mani di Kappler e per la razzia degli ebrei del Ghetto, vicino il Vaticano sul lungotevere, non si fida dei carabinieri, chiede ed ottiene che siano disarmati e trasferiti.Il Maresciallo Graziani emette il suo ordine dicendo che tutti gli ottomila carabinieri di Roma debbano andare a prestare servizio a Zara. Durante la notte filtrano delle voci e il piano di disarmo non ebbe il successo che i tedeschi speravano.
La maggior parte dei carabinieri fu catturata nelle grandi caserme di Roma, ma nelle piccole stazioni locali molti si diedero alla macchia. Secondo i documenti degli archivi tedeschi, oltre 2500 carabinieri vengono intrappolati nelle caserme romane. L’ordine è di consegnare le armi , sotto il tiro dei mitra tedeschi vengono caricati sui camion, poi sui vagoni bestiame, deportati, destinazione Germania e Polonia. La vita dei campi di concentramento è durissima, molti morirono di fame, di malattie e fatiche. Altri uccisi a sangue freddo per il rifiuto di arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana.
Altri 6000 carabinieri sfuggiti alla cattura si danno alla macchia. Dopo un primo momento di sbandamento si organizzano ed entrano nelle formazioni della resistenza dando un notevole contributo anche agli alleati. Li organizza e li guida, nel Fronte Militare Clandestino dei Carabinieri, il Generale Filippo Caruso, medaglia d’oro della resistenza.
Una pagina, poco conosciuta e studiata, che l’Amministrazione comunale di Vico del Gargano ha voluto portare sotto la giusta luce storica in occasione del 25 Aprile 2024.
La cerimonia avrà luogo giovedì 25 aprile, in piazza San Domenico, alle ore 10.30.
michele angelicchio