E ìl tema elettorale forse più caldo che sarà oggetto del dibattito dei candidati all’europarlamento. Con la speranza di archiviare la direttiva Bolkestein.
Nei giorni dal 6 al 9 giugno 2024 i cittadini elettori dei 27 Stati membri dell’Unione europea voteranno per il rinnovo del Parlamento Ue e, quindi, per il rinnovo della Commissione. Nell’attuale contesto storico e politico, questo appuntamento elettorale ha un’importanza senza precedenti, soprattutto per l’Italia, chiamata ad affermare la propria identità nazionale nel quadro dell’ancora immatura identità della strana creatura istituzionale generatasi dai Trattati, dopo il fallimento del progetto di Costituzione europea, bocciata dai referendum dei francesi e degli olandesi.
Il tema elettorale forse più caldo che sarà oggetto del dibattito elettorale dei candidati all’europarlamento è quello delle concessioni balneari.
Lo scontro tra Commissione europea e Governo italiano sulla questione ribolle sotto la cenere consolidata in superficie di un fiume di lava incandescente in lento cammino, che in diciotto anni ha già devastato la credibilità del legislatore e degli Esecutivi, della Cassazione penale, del Consiglio di Stato, del Presidente della Repubblica e dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza, dei giornali nazionali.
Per le orecchie sensibili di un giurista europeo suona blasfemo che il Governo italiano prima (fine 2006 e fine 2009), poi la Cassazione penale (dal 2013) e il Consiglio di Stato in adunanza plenaria (novembre 2021), abbiano potuto modificare leggi dello Stato che regolavano la materia addirittura con lo strumento giudiziale straordinario della “disapplicazione” soltanto perché la Commissione Ue ha iniziato una procedura di infrazione (nel 2008 prima e a dicembre 2020 poi, in pieno Covid) per l’applicazione di procedure selettive per l’aggiudicazione delle concessioni, in nome della direttiva servizi (2006/123) o Bolkestein dal suo genio ideatore.
Quel Fritz Bolkestein,olandese, commissario europeo del mercato interno durante la Presidenza Prodi fino al 22.11.2004,che, nonostante la sua carriera nelle istituzioni europee, nel 2014avanzò severe critiche nei confronti della gestione dell’euro e dell’eurozona, affermando che “L’unione monetaria ha fallito”, dopo che l’Olanda il 1° giugno 2005 con il referendum ha sancito con la bocciatura della gran parte dei suoi cittadini (61,54%furono i no) il fallimento della Costituzione europea e la lentissima agonia delle Istituzioni dell’Unione.
Quel Fritz Bolkestein che è stato revisore della seconda più grande industria farmaceutica del mondo, la Merck, Sharp & Dohme e che il 18 aprile 2018 venne a Roma nell’auletta dei gruppi parlamentari della Camera a riferire alla platea entusiasta dei balneari che le concessioni demaniali marittime erano (e sono) concessioni di beni e non di servizi e non entrano nella direttiva servizi da lui concepita.
E, a proposito di industrie farmaceutiche, è giunta tempestivamente in prossimità delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo la notizia dell’inchiesta giudiziaria aperta (già dal 2022) prima dalla Procura di Bruxelles e poi dalla Procura europea (l’EPPO: European Public Prosecutor’s Office) sul caso “Pfizergate”, sulla condotta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ai tempi dell’acquisto dei vaccini durante la pandemia di coronavirus nel 2020.
Oggetto dell’indagine sono alcuni contatti informali avvenuti tramite sms tra von der Leyen e l’amministratore delegato del colosso farmaceutico Pfizer, Albert Bourla,prima della maxi-commessa di vaccini contro il Covid.
Quelle trattative informali avrebbero contribuito alla stesura di un contratto da 1,8 miliardi di dosi di vaccino per i 27 Stati membri, il più grande appalto mai concluso dall’Unione europea.
L’allora Governo Draghi,come è noto, per sostenere la linea von der Leyen e la massima diffusione del vaccino Pfizer optò per la linea dell’obbligatorietà del vaccino (vietata dal 36 considerando del Regolamento 2021/953/UE) impedendo qualsiasi misura alternativa di protezione del lavoratore, costretto, in caso di rifiuto a vaccinarsi, alla sospensione dell’attività lavorativa senza nessun reddito, con provvedimenti normativi che sono stati avallati sia dal Consiglio di Stato che dalla Corte costituzionale.
Ben venga dunque l’inchiesta sul Pfizergate della Procura europea, che segue lo scandaloso affidamento ad Amsterdam della sede dell’Agenzia europea del farmaco, che Milano (con il Pirellone già pronto) avrebbe dovuto aggiudicarsi secondo le regole e non secondo l’indecente e oscuro sorteggio inventato dalla Commissione europea a favore degli olandesi, che non avevano approntato neanche una sede provvisoria.
L’Agenzia europea dei medicinali EMA si è insediata ed è diventata operativa soltanto il 4.2.2020, quando l’era covid era già esplosa.
Anche per i balneari si favoleggia di presenze di capitali “olandesi” alla punta dello stivale, in zona salentina, da dove nasce la sacra crociata del Sindaco del Comune di Lecce contro gli stabilimenti costieri in nome dell’applicazione diretta della Bolkestein che il suo ideatore ha sconfessato platealmente, ma solo all’età di 85 anni.
Per fortuna il TAR Lecce di Pasca fermò la follia della plenaria del Consiglio di Stato contro le norme statali di legittima proroga al 31.12.2033 della durata delle concessioni con il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia Ue, che ha fornito risposte dirimenti a favore dei balneari, che, guarda caso, né la Commissione europea né il CdS né l’AGCM né alcuni Comuni intendono riconoscere, pretendendo gare vietate dalla legge di uno Stato che è il proprietario del demanio.
Eppure il prof. Massimo Condinanzi aveva difeso egregiamente le ragioni dei balneari nella risposta del 4 febbraio 2Ò21 del Governo Conte II alla Commissione Ue, anche se poi, stranamente, l’Adunanza plenaria non ha letto la risposta di Governo ma solo la lettera della Commissione.
Se il prof. Condinanzi, già indicato dal Governo Meloni, diventerà il nuovo Giudice italiano in Corte di giustizia, la situazione interpretativa dovrebbe evolvere al meglio.
Quindi siamo ad un bivio, cari candidati europarlamentari italiani: difenderete, se eletti, l’identità nazionale e la conservazione del patrimonio di piccole e piccolissime imprese del settore turistico-balneare che ha fatto crescere il nostro Paese o preferirete accedere ai comodi guadagni della corruzione
l’attacco