La storia di Angela.
Il telefono squilla alle 9,00, rispondo: una voce fioca, leggera mi dice: “posso raccontarvi una storia, poi la pubblicate? Non voglio che accada anche agli altri. La mia è una storia che inizia 10 anni fa fatta di scelte sbagliate con la stupida speranza di risolvere i nostri problemi economici attraverso il gioco”.
Per quale motivo hai deciso di raccontarci la tua storia?
Vorrei attraverso il racconto di questa mia brutta esperienza liberarmi da un peso che mi trascino addosso da troppo tempo e fare in modo che tanti, (a Vieste ce ne sono di insospettabili) che vivono il mio stesso dramma possano riflettere sulle conseguenze che la droga dei Gratta e Vinci ti possa portare.
Come ha inizio?
Circa 10 anni fa mio marito rimase senza lavoro, lavorava come manutentore in un villaggio turistico. Fino ad allora eravamo una famiglia felice con 2 bambini splendidi, non navigavamo nell’oro ma riuscivamo lo stesso a far fronte alle nostre esigenze. Speravo che col tempo un altro lavoro l’avrebbe trovato invece non fu così. I soldi iniziavano a scarseggiare fino a quando fummo costretti a rivolgerci ai nostri genitori e parenti che finché hanno potuto ci hanno aiutato ma, anche questo a lungo andare, non è stato più possibile. Mio marito faceva piccoli lavori saltuari, è andato anche in campagna per la raccolta delle olive, asparagi, a funghi, ma i soldi non bastavano a mantenere la famiglia tanto che inizia per lui una fase di depressione tale, da portarlo a fare uso di alcolici.
Tu come hai reagito?
Anch’io stavo rischiando di farmi assalire dalla depressione ma pensando ai miei figli ho cercato di reagire anche se non avevo molte armi a disposizione.
Come sei caduta nel vizio del gioco?
E’ stato del tutto casuale, un giorno ero andata a pagare una bolletta in tabaccheria e avevo notato un signore che acquistava un Gratta e Vinci, nel frattempo il tabaccaio mi aveva dato il resto del costo della bolletta, lo ricordo come se fosse oggi erano 5 euro e sessanta centesimi, mentre ero lì per mettere i soldi in borsa pensai – quasi quasi tento la fortuna – e decisi di acquistare un biglietto da cinque euro. Non sapevo neanche come funzionasse il gioco, infatti mi feci dare spiegazioni dal tabaccaio. Arrivata a casa, non dissi nulla a mio marito e, in gran segreto, grattai quel biglietto scoprendo di aver vinto venti euro. Provai un senso di sollievo ma, da quel momento, purtroppo quella maledetta vincita diede inizio al mio vero e proprio calvario.
Cosa succede dopo?
Ingenuamente pensai che forse da lassù qualcuno volesse aiutarmi e all’indomani mi recai in un bar per prendere un altro Gratta e Vinci senza però ottenere nessuna vincita. Inizia a scattar in me il desiderio irrefrenabile di tentare la fortuna e spesi tutti i soldi della vincita del giorno prima. Tornai a casa affranta sapevo di aver sprecato una somma che avrebbe potuta essere utilizzata per cose più importanti tanto da propormi di non buttare più un centesimo ai Gratta e Vinci. Purtroppo non fu così! Avevo da poco trovato un lavoro come badante ad un’anziana signora, non avrei guadagnato tanto, poco più di quattrocento euro al mese, dopo qualche giorno chiesi un piccolo acconto che sarebbe servito per fare la spesa di casa. Quando mi recai al supermercato il mio sguardo cadde verso la tabaccheria di fronte, la tentazione mi assalì, attraversai e entrai. Ne acquistai cinque, solo uno di questi era vincente (10 euro). Da quel momento appena potevo andavo nei vari bar e tabaccai che cambiavo ogni volta dovuto all’imbarazzo che qualcuno potesse notarmi.
Come facevi a reperire i soldi per comprare i gratta e vinci?
All’inizio oltre a quel poco che guadagnavo me li facevo prestare da conoscenti dicendo loro che mi servivano per pagare l’affitto di casa o per pagare le bollette. Era diventata una droga…
Prima dell’intervista, hai detto di essere caduta troppo in basso….
Non è facile per me raccontare quella storia: mi ha segnato tantissimo. Un giorno andai a S. Giovanni Rotondo per un controllo medico, appena scesi dal pullman, il richiamo di un bar per acquistare l’ennesimo maledetto Gratta e Vinci. Iniziai a grattarlo senza successo. Decisi di prenderne un altro, mentre accanto a me un uomo mi osservava, anche qui nessuna vincita e mi scappò un’imprecazione. Avevo speso tutto quello che avevo nel borsellino. A quel punto l’uomo si avvicinò chiedendomi se avessi bisogno d’aiuto, lì per lì gli dissi che non avevo bisogno di niente, ma lui con fare gentile mi chiese se poteva offrirmi almeno un caffè. Iniziammo a chiacchierare fino ad accettare la sua proposta di andare con lui in macchina. Vi lascio immaginare cosa possa essere accaduto ma quando il tutto finì mi resi conto quanto in basso ero caduta. Mi sentii una m….a.
Cosa hai pensato di fare, ti sei rivolta a qualcuno per confidarti o chiedere aiuto?
No, la vergogna che provavo era tanta e trovare il coraggio di raccontarlo a qualcuno non era per niente facile.
Come hai trovato la forza di dire basta?
Ho detto basta quando mi sono accorta che pian piano stavo rischiando di perdere la mia famiglia, i miei figli. Il senso di colpa mi assaliva sempre di più fino a quando, non so neanch’io come, ho smesso. Non ti nascondo che la paura di ricaderci è tanta ma fortunatamente è da quasi due anni che non compro più un Gratta e Vinci.
Cosa consiglieresti oggi a chi vive questo disagio?
Innanzitutto voglio dire loro che il gioco non può risolvere i problemi economici anzi li può solo aggravare. Né può realizzare i tuoi sogni. Il gioco è una vera e propria dipendenza che ti costringe a fare scelte che non avresti mai immaginato, anche vendere la tua dignità. La fortuna non la si cerca attraverso una vincita ma nell’amore che solo la tua famiglia ti può dare, secondo me.
Angela, grazie, l’augurio della nostra redazione è che la tua forza non ti abbandoni mai e che chi come te è caduto in questa trappola, possa quanto prima trovare una via d’uscita.
Non solo Alcol, droga, velocità, ma farsi del male anche con il lotto, schedine varie e soprattutto con il “Gratta e Vinci”. Il nostro è un Paese completo, non si fa mancare nulla. Invitano, addirittura, a “giocare con moderazione”. Sembra quasi una presa in giro dato che ormai questi “miracolosi pezzi di carta” sono diventati una droga che spinge quotidianamente a scheletrire il proprio portafoglio. Ma il “grattare”, oramai impazza alla grande a Vieste. In tutte le ore della giornata file dal tabaccaio, al bar o nelle sale gioco, di anziani e anziane, uomini oltre la mezza età, giovani e insospettabili professionisti, sono presi dalla maledetta droga che è diventato il Gratta e Vinci che vende solo fumo e sogni irrealizzabili. E’ duro da accettarlo, ma per uscirne fuori bisogna capire che il gioco non è un istituto di beneficienza ed è solo colpa nostra se non riusciamo a staccarci. Finirla di correre alla ricerca del comodo miraggio della bella vita, invece, dello sforzo di vivere una vita bella.
n.