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LA TRAGICA STORIA DI IVETA DIVENTA FICTION, SI RACCONTA ANCHE DEL PESCHICIANO DOMENICO MARTUCCI

Tennero banco per settimane nei tg delle più importanti emittenti nazionali ceche le immagini dell’irruzione di Ioseph Richtar nella casa di Peschici di Domenico Martucci.

Era il 2013 e Richar era alla ricerca della sua ex compagna Iveta Bartosova, che in precedenza era stata legata a Martucci. Iveta era una star della musica in Repubblica Ceca, acclamatissima e amatissima ed era in Capitanata proprio su suggerimento di Martucci, che continuava a prendersi cura di lei pur non essendo più fidanzati, per sfuggire ad un uomo troppo possessivo e a un circo mediatico troppo opprimente.

Ma entrambi la trovarono anche nel suo rifugio garganico. L’ex sfondò la porta della casa dei Martucci e, sotto l’occhio vigile di una troupe televisiva, si introdusse nella proprietà privata.

Poi il tragico epilogo: Iveta nel 2014 si toglie la vita gettandosi sotto un treno nella stazione di Praga.

La tribolata vita dell’artista ora è diventata una miniserie, la scorsa settimana è andato in onda il primo episodio. Nel racconto c’e anche Domenico Martucci che ha avuto un ruolo importante nella vita di Iveta. E Peschici, anche se le scene ambientate sul Gargano sono state girate in Veneto.

“In realtà – esordisce Martucci da Praga, città in cui attualmente vive, raggiunto telefonicamente – già una decina di anni fa ho interpretato me stesso in un film, questa volta la mia parte sarà recitata da un attore professionista e confesso di essere molto curioso, anche perché non mi è stato rivelato nulla della sceneggiatura. So certamente che la serie racconta gli ultimi anni di Iveta. Lei è ancora molto amata, basti pensare che questo è il quarto film ispirato dalla sua vicenda. Non solo, quando era in vita in pratica i giornali che parlavano di lei vendevano almeno il 30% in più delle copie. In quegli anni eravamo perseguitati dai giornalisti che in Repubblica Ceca hanno massima libertà di azione, anche troppa forse”.

Da Peschici alle luci della ribalta nell’est europeo, oggi Domenico Martucci è un affermato imprenditore nel mondo del trading, con trascorsi da star che lo collocano anche nelle fiction moderne. Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti.

“Scriverò un libro della mia vita — dichiara – lo intitolerò ‘Dalle stelle alle stalle e ritorno’, o qualcosa del genere. Avevo 18 anni quando mio nonno morì senza testamento, da quel momento parti una battaglia legate tra le sue tre figlie, una delle quali mia madre per la spartizione di un cospicuo lascito composto di terreni immensi, alberghi e villaggi turistici. Ho trascorso così 10 anni della mia vita nelle aule di tribunale con l’aspettativa di un’esistenza agiata, sia per mia madre che per essere l’erede di una famiglia importante per parte di padre. Non capivo in quel periodo quanta cattiveria e invidia mi circondasse, ero arrabbiato e stressato dalla situazione.

E ad un certo punto ho preso la decisone di andare via, lontano da Peschici. E cosi mi ritrovo in Polonia, senza sicurezza economica a lavorare per una impresa di pulizie. Contestualmente ho iniziato a fare qualche serata di pianobar, dalla Polonia mi sono poi trasferito in Repubblica Ceca e anche qui ho continuato a fare serate nei locali italiani per pochi euro. Ma presto sono arrivati eventi importanti fino a quando nel 2009 ho partecipato e vinto come miglior cantautore al più importante festival di musica del mondo russo, trasmesso in tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica con 200 milioni di spettatori in diretta. Una bella Soddisfazione”.

Poi la storia con Iveta che, quanto a fama potrebbe essere paragonata ad una artista del calibro di Mina in Italia.

“Sono cresciuto tantissimo come artista, ho ricevuto l’onorificenza di cavaliere templare, unico straniero in Repubblica Ceca ma lei non stava bene, aveva dei problemi, era infelice e le proposi di andare in Italia per un po’, per recuperare le energie. In patria era la gallina dalle uova d’oro per i media e io in qualche modo gliela avevo portata via. E cosi si sono in qualche modo vendicati. II resto è storia”.

Martucci decide quindi di lasciare lo showbiz, incontra la sua attuale moglie e con lei decide di investire tutto in una catena di winebar.

“Era tutto pronto ma non siamo riusciti neppure a partire che ci ha investiti la pandemia. Un disastro. Siamo stati costretti a svendere tutto, per fronteggiare gli impegni con le banche e, per farla breve, oggi abbiamo una nostra strategia di trading.

Abbiamo iniziato a lavorare nei mercati finanziari. E’ andata talmente bene che abbiamo stabilito il record europeo di trading in un mese. II nostro fondo di investimento in tre anni ha portato ad una crescita del 17mila%. Chi ha investito mille euro, oggi ne ha ricavati 170 mila. Questo dimostra che ci si può sempre reinventare, ci si può sempre rialzare e ricominciare, anche dopo brutte cadute. Oggi mi sento orgoglioso di quello che ho fatto e che ancora potrò fare, mi porto dentro sempre l’amore per la mia terra ma guardo al mio passato e provo anche un sentimento di riscatto oggi nei confronti di quella parte della mia famiglia che a Peschici mi ha osteggiato e ha provato non gioia ma invidia per i miei successi.

Ritengo che ogni esperienza di vita possa forgiarci per diventare persone migliori. Del mio percorso non rimpiango nulla perché tutto ha contribuito a farmi diventare l’uomo che sono oggi. Dalla gavetta in Polonia ai successi nel mondo della musica.

Dai fallimenti commerciali per via della pandemia all’esplosione nei mercati finanziari. Un paio di mesi fa ho rinunciato ad una prestigiosissima carica onorifica negli Emirati Arabi Uniti per occuparmi a tempo pieno degli affetti più importanti della mia vita: mio figlio e mia moglie. Perché alla fine della fiera si può avere tutto il successo, il denaro ed i riconoscimenti del mondo ma senza l’amore delle persone care resterà sempre un vuoto incolmabile.

l’attacco