Il peso di Vieste, le alleanze ma anche i primi collaboratori di giustizia.
Occhi puntati sulla “Macro-area del Gargano” composta dai comuni di Vieste, San Marco in Lamis, Mattinata, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico, Cagnano Varano, Rignano Garganico. Nel rapporto semestrale della Dia, periodo gennaio-giugno 2023, gli investigatori antimafia scrivono: “È la vasta area del territorio foggiano che comprende i comuni dell’omonimo promontorio e quelli rivieraschi che lo circondano, nel tratto compreso tra il confine del Lago di Lesina fino a Manfredonia. Vi operano diverse organizzazioni criminali, comunemente denominate mafia garganica, che possono essere raggruppate in due aree: quella montuosa, che comprende i comuni del promontorio (San Marco in Lamis, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico, Cagnano Varano, Rignano Garganico) e quella costiera, che comprende tutti i comuni rivieraschi (principalmente Vieste, Mattinata e Manfredonia)”.
“Nell’area montuosa è egemone il gruppo dei montanari e i gruppi criminali allo stesso collegati. Il termine viene utilizzato per identificare il gruppo mafioso facente capo al clan dei Li Bergolis (guidato dal boss reggente Enzo Miucci detto “U’ Criatur”, ndr), che nel tempo è divenuto il sodalizio più influente nella macro-area garganica, confermandosi un punto di riferimento anche per gli altri gruppi attivi nell’area garganica, ovvero il clan dei Lombardi (intesi “Lombardoni”) di Monte Sant’Angelo con componenti familiari stanziate anche a Manfredonia; il clan dei Frattaruolo, per decenni è stato il referente dei montanari nell’area di Vieste; il clan dei Prencipe, originario di San Giovanni Rotondo. In chiave extraregionale, le risultanze investigative hanno evidenziato una sinergia tra il clan Li Bergolis e la cosca calabrese Pesce-Bellocco di Rosarno (RC)”.
E ancora: “Altra formazione criminale dell’area montuosa è quella riconducibile al clan dei Tarantino, di Sannicandro Garganico. Si tratta di una struttura a composizione prettamente di tipo familistico, attiva anche nei comuni di Apricena e Cagnano Varano al confine tra il promontorio garganico e l’Alto tavoliere. Opera principalmente nel settore degli stupefacenti e delle rapine. Sebbene reduce da una decennale contrapposizione armata con la famiglia dei Ciavarrella, la crescita di nuove leve interne alla famiglia, l’asse sinergico con i montanari di Monte Sant’Angelo e la collaborazione emersa con la cosca Pesce-Bellocco di Rosarno per il traffico di stupefacenti, ne attestano la perdurante operatività. Si registra altresì uno specifico interesse nei settori della zootecnia e agroalimentare finalizzato all’intercettazione di fondi pubblici.
Nell’area costiera del Gargano opera una nuova formazione criminale, il clan Lombardi-La Torre di Manfredonia-Mattinata, la cui denominazione scaturisce dalle indagini condotte dai carabinieri del Ros nella recente operazione ‘Omnia Nostra’ del dicembre 2021. Le risultanze investigative hanno consentito di acclarare come tale formazione mafiosa (guidata da Matteo Lombardi e Pietro La Torre, detenuti con il regime di “carcere duro”, ndr) sia subentrata nel controllo egemonico di quel territorio, a seguito dell’omicidio degli elementi di vertice del clan Ricucci-Romito-Lombardi”.
A parere della Dia, “il gruppo è influente anche nella zona di Vieste grazie alla sinergia con il clan Raduano. Nel resto del promontorio, in particolare tra San Marco in Lamis e Apricena, il clan può contare su varie alleanze, soprattutto con la batteria foggiana Moretti-Pellegrino-Lanza, con la quale ha realizzato una delle più solide saldature criminali. Il clan è dedito al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, al riciclaggio e al reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività commerciali nonché alle rapine ai portavalori, ambito quest’ultimo che lo ha portato più volte ad interagire con la criminalità del Basso Tavoliere e, in particolar modo, con quella cerignolana. In chiave extraregionale opera con alcune cosche calabresi”.
Ma non è tutto: “Alta è la capacità di infiltrare il tessuto socio-economico del territorio, soprattutto nei settori dell’allevamento, della pesca, del mercato ittico, della ristorazione e della balneazione. Il percorso di collaborazione intrapreso da alcuni suoi luogotenenti mette, tuttavia, in discussione non solo l’operatività del clan ma soprattutto la sua sopravvivenza“.
“L’8 febbraio 2023 – ricordano gli investigatori – la Corte d’Assise d’Appello ha condannato per omicidio un esponente di vertice del clan Lombardi-La Torre alla pena dell’ergastolo”. Riferimento al boss manfredoniano Matteo Lombardi detto “A’ Carpnese”, 54 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio del montanaro Giuseppe Silvestri alias “L’Apicanese”.
Infine, Vieste dove “sarebbe attivo il clan Raduano il cui capo (Marco Raduano, oggi collaboratore di giustizia, ndr) è ritenuto uno degli attori principali del contesto mafioso della macro area del Gargano e della provincia di Foggia, come dimostra il suo coinvolgimento in diversi processi giudiziari. Lo stesso, grazie alle sue capacità di intessere nuove sinergie ed alleanze con i clan dell’area garganica (i Romito), della società foggiana (batteria Moretti-Pellegrino-Lanza) e della malavita cerignolana, ha contribuito alla formazione di una delle compagini tra le più violente del panorama criminale foggiano. Il capo del clan, evaso clamorosamente dal carcere di Badu e Carros (NU) il 24 febbraio 2023, il 1° febbraio 2024, è stato nuovamente arrestato in Spagna dai carabinieri coadiuvati dalla polizia francese unitamente al suo luogotenente (Gianluigi Troiano, ndr), anch’egli evaso dagli arresti domiciliari nella provincia di Campobasso. Nell’area Vieste – Mattinata, roccaforte dei clan Romito e Raduano, nel semestre in esame si sono registrati due danneggiamenti nei confronti di familiari di esponenti di quei sodalizi mafiosi”.
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