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VIESTE/ IL PRINCIPE INDIANO GUJARATI HA SCELTO LA GATTARELLA PER SPOSARSI

Il Principe Gujarati ha scelto la spiaggia di Vieste, del Gattarella Resort, per festeggiare con la sua sposa l’indimenticabile sì. Notarangelo: “Hanno apprezzato con entusiasmo la costa di Vieste, le grotte marine e la Foresta Umbra”.

Il principe Gujarati ha scelto la spiaggia di Vieste, del Gattarella resort, per festeggiare con la sua sposa il suo indimenticabile. Un trend che conferma il richiamo dell’Italian style nel mondo e in particolare tra i dignitari indiani: anche il “re del ferro” Ambani, tra gli uomini più ricchi del pianeta, ha scelto Portofino per convolare a nozze.

“Il matrimonio indiano, in particolare, richiede un’organizzazione specifica perché si compone di più rituali che si svolgono in giorni e spazi diversi” spiega Gino Notarangelo amministratore unico del Gattarella Resort. “Una cerimonia di questo tipo richiede location ampie e variegate nella stessa struttura che consentono di incorniciare al meglio le affascinanti cerimonie indù. Ad esempio la nostra organizzazione ha allestito il tradizionale Mandap, il baldacchino nuziale che accoglie gli sposi, nella terrazza a picco sul mare da cui si vede Vieste sullo sfondo durante il quale la coppia gira per sette volte intorno al Fuoco Sacro, scambiandosi i voti nuziali. E abbiamo celebrato direttamente in spiaggia il rito Simbolico Europeo.

Anche la scoperta del territorio gioca un ruolo fondamentale nella scelta del Gargano come Wedding Destination” afferma ancora Notarangelo. “Programmare e proporre dà sempre i suoi frutti: i nostri sposi indiani e i loro invitati hanno apprezzato con entusiasmo la costa di Vieste, le grotte marine e la Foresta Umbra, condividendo questi momenti sui loro account social e contribuendo a diffondere le immagini del nostro territorio anche a Londra, città in cui abitano gli sposi”.

Sono perfino emerse delle affinità tra la cultura indiana e quella pugliese. “Ci accomuna lo stesso sentire a 5 sensi” aggiunge Maria Rosa De Palma responsabile internazionalizzazione. “Il gusto per il cibo, il profumo delle spezie, dei ceri aromatici e dei fiori, le musiche trascinanti delle danze, la vivacità dei colori, i tessuti morbidi e ricamati… Ma anche il sacro rispetto per gli elementi della natura: l’acqua, il vento, la terra, il fuoco che rimanda al sole nel cielo e al focolare domestico”.

C’è anche una curiosità che riguarda l’olivo: vicino a Bassi, in Rajasthan, si raccolgono le sue foglie per ottenere un pregiato tè indiano. “Un’esperienza intensa e indelebile non solo per i nostri ospiti, ma anche per noi che abbiamo partecipato alle loro cerimonie e condiviso la loro gioia, quasi fossimo parte della loro famiglia. Possiamo dire che l’India ha ufficialmente pronunciato il suo sì al Gargano e speriamo che i voli aerei e i trasferimenti possano aiutare sempre più a mantenere questa promessa” conclude Gino Notarangelo.