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LUNGO L’ESILE STRISCIA DI TERRAFERMA CHE SEPARA IL LAGO DI LESINA DALL’ADRIATICO TROVA POSTO UN’OASI FLORO-FAUNISTICA D’INTERESSE INTERNAZIONALE. BOSCO LESINA, L’ISOLA CHE C’È

Nel 1797 Ferdinando IV ebbe modo di cacciarvi cinghiali e caprioli allora abbondanti conservando del sito un ricordo cosi bello da descriverlo nel suo diario in questi termini: “Vi è un superbo bosco tra il lago e il mare…”

Nonostante a livello nor­mativo i termini bosco, fore­sta e selva siano equiparati, in base al Testo Unico in Materia di Foreste e Filiere Forestali (TUFF), un bosco, per essere tale, deve avere un’estensione non inferiore ai 2.000 m2, con altezza media degli alberi di almeno di 5 m, una percen­tuale di copertura del suolo di almeno il 20% nonché una larghezza minima di almeno 20 m.

Non assegnando la Legge alcuna ‘forma’ al bosco, è facile trovare tra i boschi censiti mac­chie di verde dalle superfici più diversificate. Non deve perciò destare meraviglia che si parli di bosco anche in presenza di strisce arboree chilometriche e ininterrotte, larghe solo qual­che centinaio di metri e a svi­luppo lineare. E’ il caso di Bo­sco Isola, che si sviluppa lungo i sedici chilometri della stret­tissima lingua di terra (tombo­lo) che separa il lago di Lesina dall’Adriatico.

 Si tratta di uno straordinario ecosistema ricco di dune e macchia mediterra­nea, unico nel suo genere in Italia e una volta ricco anche di animali : Nel 1797 Ferdinan­do IV ebbe modo di cacciarvi cinghiali e caprioli allora ab­bondanti conservando del sito un ricordo così bello da descri­verlo nel suo diario in questi termini : “Vi è un superbo bo­sco tra il lago e il mare…” Sem­bra l’incipit di una fiaba, ma – sempre per restare all’antico – potrebbe passare pure per un passo del testo di un dépliant turistico.

Da notare come il so­vrano borbonico non parli di Bosco Isola, dato che il sito in questione ha acquisito questa denominazione solo di recente e cioè da quando la striscia ver­de è stata separata dalla terra­ferma per effetto dell’apertura dei canali Acquarotta e Schiapparo che, rispettivamente a ponente e a levante, mettono in contatto l’Adriatico con la laguna fa­vorendo lo scambio d’acqua necessario a mantenere nello specchio salmastro le condi­zioni ideali per l’allevamento delle anguille. Si parlava prima di cinghiali e caprioli.

Questi animali oggi sono scompar­si, ma sopravvivono uccelli come la Gallinella d’acqua e il Porciglione e interessanti specie di rettili (testuggine in primis) e anfibi (raganella). Questa ostinata sopravviven­za è dovuta al fatto che tra i tantissimi cespugli di macchia mediterranea che punteggiano il tombolo si aprono caratteri­stiche depressioni retrodunali, dette localmente ‘fantine’, nelle quali si raccoglie l’acqua dolce (dalla quale traggono vita anche macchie di rosmari­no, erica, lentisco, caprifoglio, corbezzolo e mirto).

Tutto ciò ha fatto di Bosco Isola un’oasi floro-faunistica d’interesse il internazionale e una ricercatissima meta turistica.

Un posto meraviglioso che riporta alla mente un passo dell’epistola 106 di Bernardo di Chiaravalle «Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.»