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VICO/ DA ROBIN HOOD A P2. TRA RUOLO ISTITUZIONALE, CENNI DI RISSA E PLAYMEN

Nella tradizione storica, culturale, politica, amministrativa, Vico del Gargano offre non solo estate calde da solleone, ma calde nel far emergere bisogni, situazioni, fatti reali piccoli e grandi per vivacizzare un periodo dell’anno caratterizzato da afasia e noia.

Ricevo, a firma di tale Arcangela DarenzioP2, una lunga lettera con preghiera di pubblicarla ed esprimere un parere.

Racconta un increscioso e vivace battibecco verificatosi a fine Consiglio comunale la sera di lunedì 8 luglio, fra due navigati amministratori. La lettera contiene pesanti apprezzamenti (non pubblicabili, per non intasare la cassetta della posta della Procura della Repubblica) sul contenuto degli interventi a Consiglio scaduto e soprattutto sulla conduzione del Consiglio comunale.

Ritorno, malvolentieri, su quest’ultimo argomento per ripetere ancora una volta cose note e arcinote a tutti, tranne agli attori della vicenda: la regolarità formale e sostanziale delle sedute di Consiglio, la preventiva e corretta informazione sugli atti in discussione, la disciplina delle sedute, il rispetto dei tempi, lo scantonare dagli argomenti posti all’ Ordine del giorno, il decoro e l’efficacia del linguaggio, la presenza e assenza dei consiglieri, è responsabilità del presidente del Consiglio dove previsto.

Figura del tutto pleonastica e non prevista dalla Legge nei comuni al di sotto dei 15000 abitanti. Al di sotto di tale soglia, stabilita per Legge, questa figura, priva di senso politico, autorevolezza e moral suasion non ha praticamente nessun ruolo sostanziale.

Diventa, insomma, come quelle sacre immaginette di Playboy e Playmen con le quali i camionisti più timorati decorano le cabine del proprio automezzo. Invece, il ripristino delle “Commissioni consiliari” su specifici argomenti, utili a garantire quella corretta e necessaria partecipazione attiva alla vita del paese, viene accuratamente scansato. Mistero.

michele angelicchio