Per la settimana di Ferragosto (12-18 agosto), a Bari Vecchia ci sono soltanto sei stanze matrimoniali disponibili sulla piattaforma Airbnb. Il prezzo minimo? Centotrentotto euro a notte. Ovvero 12 euro in più di quanto quota una doppia in un noto 4 stelle del capoluogo pugliese, per lo stesso periodo.
Questi pochi dati (estrapolati nella giornata di ieri) sono indicativi delle dinamiche del mercato dell’accoglienza in Puglia. Un fenomeno che ha implicazioni economiche e sociali e che sta cambiando profondamente città e paesi.
«IL COMMERCIO DI VICINATO SOFFRE»
Secondo Confesercenti «tra il 2014 ed il 2024 le imprese attive come case vacanze, affittacamere e B&B sono aumentate del 147%». E «la deregolamentazione di fatto in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi in Italia – denuncia Confesercenti nazionale – ha già portato a gravi squilibri, favorendo le non-imprese e svuotando molte località di residenti e sostituendole con turisti.
Un processo che contribuisce a rendere meno sostenibili le imprese del commercio di vicinato, già in difficoltà per la concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di eCommerce».
Per Confesercenti Puglia «il fenomeno è fuori controllo». Il rapporto tra ricettività alberghiera e non è ormai quasi di 1 a 50: «in Puglia abbiamo mille alberghi e 48.000 attività extralberghiere».
«Qui – dice Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia – siamo all’avanguardia da questo punto di vista, perché è una delle regioni che hanno avuto la maggiore evoluzione o involuzione in questo settore. Molti hanno investito nel settore della ricettività e molti altri stanno cessando l’attività al dettaglio. Su tutte c’è Bari che è quella che ha avuto il maggiore sviluppo, anche perché è quella che aveva la maggiore carenza di alberghi e, quindi, si è attrezzata con case trasformate e adibite per l’accoglienza».
Campobasso definisce questo fenomeno «bulimia da B&B» ma non ci sta a criminalizzare un settore e non ritiene che la gendrificazione (cioè la sostituzione dei residenti con i turisti) cui si sta assistendo, stia uccidendo il commercio.
«La gendrificazione incide sul commercio di vicinato e ha un impatto sociale, ma noi cerchiamo di rappresentare anche l’alberghiero e tutto il settore e non siamo schierati. Bisogna però fare
una battaglia perché non ci siano più le sacche di abusivismo che sono molto abbondanti.
Cosa succederà è difficile capirlo, molte attività chiudono e diversificano investendo in questo settore; prima rammortiz- zatore sociale era il commercio ora è la ricettività turistica».
Oltre alla lotta al sommerso servono regole? «Meglio tardi che mai – risponde Campobasso – perché il turismo è anche ristorazione somministrazione e anche lì c’è bisogno di una regolamentazione perché anche un eccesso di ristorazione è un danno. Quindi sarebbe benvenuto un intervento anche sulla regolamentazione urbanistica perché si rischia di creare una stortura economica difficile da rimediare».
«NOI VOGLIAMO FARE SQUADRA»
«Siamo annoiati da questo continuo scaricabarile sul comparto extralberghiero, in assenza di analisi lucide e collaborative che dovrebbero esser basate sul bene comune: il territorio tutto e la trasversalità tipica dell’indotto turistico – commenta Cinzia Capozza, presidente AEP-Associazioni Extralberghiere Puglia – Ogni settore, ogni comparto, ogni imprenditore che abbia a cuore la propria città deve prendersi cura del miglioramento continuo di ogni territorio e di ogni quartiere».
«La crisi c’è, è cogente, per tutti e ovunque, tanto quanto il disdoro insolente di alcune zone – afferma – ma questa fotografia non giustifica l’animosità polemica di ogni agosto in ogni anno, a diffondere disinformazione e malumori. Come presidente dell’ente di II livello pugliese AEP e come vicepresidente della Federazione nazionale F.A.R.E. suggerisco ad ogni collega di ogni contesto di concentrare le proprie energie sul sostegno attivo e il coinvolgimento reale dell’intera filiera. Sono anni che diciamo di voler fare squadra ma sono anni che tutto precipita in sterili parole d’agosto».
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