Protesta dei balneari ieri in Puglia con gli ombrelloni aperti alle 9.30, con due ore di ritardo rispetto all’orario consueto. Chi temeva il flop ha dovuto ricredersi, ma non è stato neanche un successo al 100 per cento perché non tutte le sigle sindacali hanno aderito alla protesta e non tutti i titolari degli stabilimenti balneari hanno voluto «creare un disagio alla clientela» pur condividendo le ragioni dello «sciopero gentile».
La levata di scudi, in Puglia attorno al 70 per cento, riguarda le concessioni demaniali considerate ormai scadute dalla Ue e dalla improcrastinabile decisione di metterle a gara dal prossimo anno. Gli imprenditori balneari attendono che il governo legiferi su questo tema riordinando tutta la materia.
«Abbiamo registrato una massiccia partecipazione in tutta Italia allo sciopero degli ombrelloni -affermano Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano balneari di Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente della Fi- ba Confesercenti, – se da una parte i nostri clienti non hanno subito nessun disagio, dall’altra hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza».
Dal nord ai sud della Puglia, dal Gargano alla punta estrema del Salento e fino allo Jonio, la manifestazione ha coinvolto centinaia di spiagge attrezzate, ma l’adesione non è stata uniforme, molto alta nel Gargano, molte defezioni sulla costa ionica, a macchia di leopardo sul litorale barese e brindisino dove neanche tutti gli iscritti alla Fiba hanno partecipato. «Sapevo della protesta – dice un bagnante di uno stabilimento del leccese – a me piace venire presto al mare anche per guadagnarmi un ombrellone in prima fila, pazienza che devo aspettare un po’ al bar che aprano l’ombrellone».
Secondo i titolari delle spiagge i motivi della protesta sono stati ben compresi dai frequentatori delle spiagge, compresi gli stranieri. «Hanno dimostrato di aver ben capito – aggiunge Capacchione – che la situazione è drammatica e che gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro. Anche i turisti stranieri sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30 mila imprese balneari italiane e il lavoro di 100 mila addetti diretti che superano il milione con l’indotto».
Ai bagnanti che a Margherita di Savoia attendevano di sdraiarsi sotto l’ombrellone sono stati offerti caffè, brioche e pane e pomodoro per ricompensare del piccolo disagio ricevuto. Dopo lo sciopero di ieri, di fronte alle possibili aperture del governo, i presidenti di Sib e Fiba hanno sospeso le altre due tappe previste per il 19 agosto (per 4 ore) e il 29 agosto (sei o otto ore).