Menu Chiudi

S. GIOVANNI ROTONDO/ PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ E SENSIBILIZZAZIONE CONTRO LA VIOLENZA OMOLESBOBITRASFOBICA

Siamo tutte venute a conoscenza, a poco meno di 24 ore di distanza, del tragico episodio avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 agosto ai danni di un nostro fratello e compagno nel pieno centro cittadino. Centro che, complice il ripopolarsi estivo tipico delle nostre località, risulta sempre gremito e frequentato da diverse persone. A quanto pare, però, per le froce non c’è spazio.

Quello che Michel in primis ha vissuto, per l’ennesima volta, è solo uno dei tanti fenomeni di violenza sistemica e strutturata, volontaria, intollerante, lucida e disumana che cresce nel nostro Paese, alimentato da politiche nazionali che soffiano sul fuoco della discriminazione e della paura. Il governo è complice e mandante.

A nulla valgono le scuse diffuse dai più riguardanti la grandezza di una città o la sua densità demografica: ogni territorio, lontano o vicino che sia, è inquinato e putrefatto da questi meccanismi violenti. Gli episodi incontrollati di violenza omolesbobitransfobica sono all’ordine del giorno. Ci vengono raccontati e narrati come mera goliardia giovanile, liti tra ragazzini: il risultato è che viene sollevato il sistema tutto dalla responsabilità civile che orbita attorno a queste dinamiche.

La violenza omolesbobitransfobica è squadrismo, è omofobia. È decidere come, dove, quando e se puoi essere chi sei.

Non saremo mai complici né resteremo in silenzio facendo spallucce, abbiamo bisogno di reti sicure, prese di posizione decise, pretendiamo spazi permanenti per poterci salvare.

Vorremo spiegarvi cosa significa vedere un fratello ridotto in quelle condizioni ma ci auguriamo non vi capiti mai.

Ci ribolle il sangue nelle vene nel dover vivere tutte assieme l’ennesimo episodio traumatico. Ci sentiamo abbandonate, umiliate, non tutelate, derise e insicure anche a casa nostra, di nuovo.

Immaginate cosa possa voler dire essere un uomo gay e vivere in un paese di provincia del meridione, resisterci e non decidere di andare via. E dopo anni ritrovarsi nuovamente ad avere paura, ad essere brutalmente aggredito e ridotto in quelle condizioni.

Come associazione transfemminista Koll.Eraci stringiamo incondizionatamente attorno a Michel, non sei solo.

Se non mi protegge lo Stato, lo fanno le mie sorelle.

Denunciamo questo ed ogni altro singolo episodio a vivida voce, tremando e facendo appello a tutta la nostra rabbia e al nostro dolore. Empatizziamo e tendiamo la mano a tuttə coloro che sono state vittime e che -purtroppo- lo saranno.

Per queste ragioni, per Michel, per tutte noi indiciamo un sit-in di solidarietà alla persona vittima con scopo di sensibilizzare la cittadinanza tutta su ciò che ci succede ogni giorno, da quando nasciamo.

Ci vediamo venerdì 16 agosto dalle 20 in piazza dei Martiri, porta chi vuoi.

Rispetta gli spazi e chi li attraversa. La nostra risposta sarà collettiva, sarà politica, sarà intersezionale o non sarà.

A chiunque viva nella paura: la nostra sede è in via Spartaco n. 25.

È un luogo a servizio di tuttə: come spazio informale di supporto, inclusione e aggregazione. Facciamo massa critica, non facendoci intimidire; continuiamo a lottare per un futuro dove nessunə debba più temere per la propria vita a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere.

Prendiamoci cura di noi.