Possibile che nel 2024 a Foggia in 235 giorni, quasi 8 mesi, siano stati eseguiti soli 65 arresti? Così pochi quelli di cui le forze dell’ordine, in sempre più rari e stringati comunicati, hanno dato notizia nella città dove regna la Società, e dove annualmente si denunciano tra i 7 e i 10mila reati. Al numero 65 va fatta però la tara, e considerare anche altri presumibili arresti eseguiti (quanti?) ma che Procura e investigatori hanno ritenuto di non comunicare ai cittadini, forse perché ritenuti di scarsa o quasi nulla rilevanza.
Del resto da anni la forbice tra i fermi eseguiti e quelli comunicati s’è ampliata a dismisura. Dei 1450 arresti del 2023 nei 61 comunii della Capitanata (sino a qualche anno prima veniva superata sistematicamente quota 2mila), solo la metà fu resa nota; 300 quelli in città, dove l’impennata fu legata al blitz “Game over” della Dda del 24 luglio con l’esecuzione di 82 ordinanze per traffico di cocaina aggravato dalla mafiosità.
I reati sono in calo: nel 2023 ne furono denunciati circa 22mila di cui un terzo nel capoluogo, e anche questo va considerato. Allora come leggere il dato dei 65 arresti “noti”? Nella provincia al secondo posto nel Mezzogiorno dopo Napoli e al 13° in Italia nella classifica dei centri meno sicuri, i malavitosi sono diventati meno delinquenti? O è l’attività preventiva-repressiva-investigativa-giudiziaria da migliorare?
Cosa raccontano gli arresti “noti” del’2024? Una cinquantina eseguiti su ordinanze cautelari, pochi in flagranza. Sul fronte dei furti, ossia la metà dei reati denunciati, s’è avuta notizia dell’arresto in flagranza in stazione a gennaio per la sottrazione di un telefonino a un viaggiatore; e dei 7 foggiani finiti ai domiciliari il 5 agosto su ordinanze del gip quali presunti membri di una banda che saccheggiava parchi eolici e depositi di materiale ferroso in provincia e fuori provincia per ricavare il rame da piazzare a ricettatori.
Nessun arresto (o meglio notizia) per furto d’auto, tipologia di reato che colloca da anni la Capitanata al secondo posto in Italia.
Come campa la “Società foggiana”? Di estorsioni e droga principalmente che fruttano ai clan oltre 200mila euro al mese. Nel 2024 gli arresti per droga del 2024 sono quelli più numerosi, ma pur sempre solo di 26 s’è avuta notizia; singolare poi che ben 21 siano nell’ambito carcerario, tra flagranza e blitz del 16 marzo quando furono notificate 16 ordinanze per spaccio e corruzione con la droga consegnata da un’infermiera a alcuni detenuti che la smerciavano nelle celle.
I puntuali (quelli sì) comunicati dei sindacati della polizia penitenziaria danno conto dei continui sequestri in carcere di droga. Al che la domanda sorge spontanea: possibile mai che il luogo dove si rinviene più sostanza stupefacente a Foggia sia la casa circondariale? E’ stato debellato lo spaccio in città?
Spulciando ancora tra i 65 arresti “noti”, 3 sono per rapina (la banda composta da una donna e 2 uomini: la prima attirava le vittime in un appartamento con la scusa di fare sesso a pagamento, gli altri 2 li picchiavano e ripulivano di soldi e bancomat); 2 per stalking; 4 per estorsione in 2 distinte indagini; 8 (3 in città, altri 5 fuori regione) per una frode fiscale nella commercializzazione di bevande ih un’indagine coordinata dalla Procura europea; 10 per tortura e lesioni a 2 detenuti, epicentro ancora il carcere col coinvolgimento di agenti di custodia.
L’operazione più importante porta la firma della Dda con l’arresto il 14 maggio del boss Roberto Sinesi già detenuto, e di un altro presunto mafioso per un tentato omicidio collegato alla guerra tra clan del 2015; decisive le rivelazioni del pentito Giuseppe Francavilla che da gennaio insieme al fratello Ciro rivela a magistrati e investigatori 20 anni di mafia in città tra omicidi, racket, droga, affari illeciti, collusioni, infiltrazioni nel tessuto economico-politico-imprenditoriale.
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