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VICO/ L’OMBELICO DEL MONDO, DOVE IL DOPO È SEMPRE UGUALE AL PRIMA, CASOMAI

Ancora pochi scampoli, pezzettoni di sole che chiudono mestamente l’estate. Finite le processioni, il tormentone degli eventi, le tante vie crucis di San Menaio, si torna alla dimensione casareccia e al suo declino.

 Si aspetta ora di dare la parola a quel poco di politica residuale per trovare strumenti idonei a questo tema. Le distrazioni delle vacanze non ci hanno fatto dimenticare la portata e l’urgenza delle emergenze che gravano sul groppone dei piccoli centri e del triste primato che Vico del Gargano condivide con Monte Sant’Angelo.

Il futuro dei piccoli borghi è al centro di mille segnali e mille avvisaglie portate avanti da Centri studi, sindacati, amministrazioni pubbliche a vari livelli e a vario titolo, dalla stampa, esperti del settore. Da noi si continua a dormire come se la soluzione dovesse arrivare dal cielo o per caso, mentre altrove si cerca di costruire un tessuto di comunità che trovi la chiave giusta per aprire “da dentro” modelli di sviluppo originali e capaci di convincere i giovani a giocarsi il loro futuro in queste terre.

Vico del Gargano, insieme al resto del territorio, deve uscire dalla cartolina dell’effimero, dal vuoto degli slogan,  da quei polpettoni estivi indigesti, come scrivono nel pregevole articolo NON SI VIVE DI SOLI EVENTI di Pagano, Lorusso, Di Mauro “ di questi eventi poco o nulla si riesce a sapere dei risultati raggiunti  in termini di rendicontazione culturale e sociale.”

Discorso che tocca anche l’uso improprio, distratto e clientelare della tassa di soggiorno, come più volte segnalato dalle Procure della Corte dei Conti. per lavorare alla costruzione di luogo pulsante d’inclusione, bisognoso di rianimazione se non di respirazione bocca a bocca. Si aspetta settembre, così dicono tutti, per riprendere l’esile filo del confronto; speriamo.

Il tema centrale del dibattito, che ci riguarda più da vicino, resta lo stretto legame fra “servizi e territorio”. Abbiamo bisogno di risposte chiare e li aspettiamo dalle “DECISIONI” che saranno prese. Qualcosa c’è già sul tavolo:

 1) Assistenza territoriale e sanità,

 2) Acquedotto pugliese; basta monitorare l’andamento.

 3) Resta ora aprire un confronto, serrato e qualificato, sul territorio e le potenzialità inespresse.

E’ questo il tema più complesso e qualificante per connetterci al mondo esterno ed alzare lo sguardo dal nostro ombelico. Questione che va posto all’ordine del giorno, senza lungaggini e meline per la gravità del tema.

Lo ha ricordato sulle pagine del quotidiano l’ATTACCO, prima delle vacanze, Daniela CORFIATI: ” Si tratta di luoghi fragili e preziosi prossimi alla definitiva sparizione, come ha certificato anche l’ISTAT…Un processo che pare difficile arrestare e che non trova ancora spazio adeguato nel dibattito pubblico, tanto che il CENSIS ha parlato di colpevole irresolutezza e “sonnabulismo” della società italiana, cieca dinanzi ai processi già in atto…” Settembre?

 Ci siamo! Intanto, sulle note di septempermorn, si rianima piazza San Domenico e si torna a parlare. Sabato 7 settembre, alle ore 19.30, è annunciato il comizio di Nino Gervasio, presidente di LEGA NAZIONALE.

 Il giorno dopo, domenica 8 settembre, sempre alle ore 19.30 seguirà il comizio del consigliere Michele Sementino. Per questi due eventi si raccomanda l’uso corretto dell’audio.

 Non come quello delle canzoncine di Raf, che ricordano tanto la corazzata Potemkin, non quella del regista Sergej Michajlovic, ma quella del grido disperato e convinto di Fantozzi:” Per me la corazzata Potemkin è……” aggiungete voi il resto.

Cordialmente!

michele angelicchio