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«SI È PERSO UN BAMBINO» A VIESTE CON UN WHATSAPP NE SONO STATI RITROVATI 80

La rete fra lidi aiuta i genitori a recuperare i figli che si smarriscono. Il progetto S.O.S. Spiaggia unico in Italia. Restituiti anche tanti cani.

Ottanta bambini ritrovati, dopo che si erano persi lungo quei cinquanta chilometri di costa sfuggendo agli occhi di genitori talvolta distratti. Anche qualche decina di cani recuperati e restituiti ai loro padroni.

Un’iniziativa di volontariato puro, senza eguali sui litorali italiani, che coinvolge un esercito di bagnini e centinaia di stabilimenti balneari. L’estate di Vieste non è solo la stagione del dodicenne bullizzato e deriso da un gruppo di coetanei in un video che ha fatto il giro del web, né può compendiarsi nella rissa in centro tra ragazzi che si lanciavano addosso tavolini e si davano botte da orbi.

Nella cittadina che registrerà probabilmente anche quest’anno il record di presenze turistiche in Puglia, un fiore all’occhiello resta S.O.S. Bimbi Spiaggia. Ovvero, il progetto del Moto Club Gargano che presta aiuto alle famiglie nel momento in cui, a loro insaputa, i figlioletti si allontanano dal lido dove trascorrono le vacanze.

Come funziona il pronto (e mutuo) soccorso? Appena il bagnino riceve la segnalazione dal padre o dalla madre, prende nota delle generalità – nome, cognome, caratteristiche del viso e corporee, colore del costume – e si fa inviare sul suo telefonino una foto del piccolo scomparso. Raccolto tutto il materiale utile, gira il messaggio con l’immagine sul gruppo whatsapp di S.O.S Bimbi Spiaggia.

L’input raggiunge contemporaneamente centinaia di suoi colleghi in tutti i lidi di Vieste.

«Partita la comunicazione, di solito impieghiamo un quarto d’ora per rintracciare il bambino, la bambina che si sono smarriti», racconta Antonio Scocco, ingegnere ultrasettantenne con l’entusiasmo di un ragazzino, presidente del Moto Club Gargano e coordinatore di una pensata benemerita in termini di sicurezza.

«Quando si tarda nel ritrovamento -spiega – avvisiamo subito la polizia locale e le altre forze dell’ordine per metterle al corrente dell’accaduto e far sì che vengano attivate ricerche più capillari, che non restino confinate agli arenili. Purtroppo – continua Scocco – non sempre questo lavoro ha prodotto il risultato per il quale ci prodighiamo. Un paio di estati fa, per esempio, rinvenimmo un bambino di sei anni: ma galleggiava sul pelo dell’acqua, era purtroppo annegato».

Ex docente universitario, stretto collaboratore del Comune nel garantire la sicurezza di eventi pubblici, Scocco è figlio del fondatore del primo stabilimento balneare di Vieste, Lido Pace, tenuto a battesimo nel 1951. «S.O.S. Bimbi Spiaggia invece – ricorda – ha iniziato la sua fase di sperimentazione nel 2012, con un progetto pilota che ha avuto come capofila il lido La Bussola dell’ingegnere Michele Giarrusso (attuale responsabile dell’associazione Stabilimenti Balneari di Vieste) e il lido Tre Stelle di Giuseppe Clemente. Piano piano l’idea è cresciuta, fino a diventare un punto di forza dei servizi offerti dal nostro sterminato litorale. Da quanto mi risulta – sottolinea Scocco con orgoglio – l’impegno del Moto Club Gargano con S.O.S. Bimbi Spiaggia ha rappresentato una delle chiavi per consentire a Vieste di portare a casa la Bandiera Blu».

Non meno rilevante il frontespizio pedagogico. «Quando ritrovano i bambini, i nostri bagnini non si limitano a riconsegnarli ai loro genitori. Li redarguiscono, anche con toni decisi, in modo da istruirli a munirsi di maggiore attenzione quando si recano al mare con i figli. Da metà giugno – conclude Scocco – siamo riusciti a risolvere un’ottantina di situazioni che potevano finire molto peggio. Con bambini che erano usciti dai radar di qualche mamma avvinta dalla lettura di un romanzo rosa e un po’ di papà che si rilassavano al bar».

michele pennetti

corrieredelmezzogiorno