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BALNEARI, DIALOGO CON L’EUROPA MA SI IPOTIZZANO ALTRE PROROGHE

La premier vuole una legge quadro, gli operatori chiedono indennizzi.

La carta è quella del dialogo. E Bruxelles lo conferma: «La Commissione ha analizzato la risposta delle autorità italiane del 16 gennaio 2024 al parere motivato della Commissione del 16 novembre 2023 nel contesto della procedura» di infrazione sulle concessioni balneari. «I servizi della Commissione sono in dialogo con le autorità italiane per individuare una soluzione».

Lo ha detto confermato una portavoce dell’esecutivo comunitario interpellata sullo stato dell’arte del confronto tra Bruxelles e Roma sulla spinosissima questione balneari.

La premier, com’è noto, punta a una norma quadro che metta l’Italia al riparo dalla procedura di infrazione per violazione della direttiva Bolkestein. Una norma che soddisfi Bruxelles e allo stesso tempo plachi il nervosismo degli imprenditori delle spiagge. Come? Ad esempio attraverso gli indennizzi.

Una bozza del testo della nuova norma, che circola informalmente, prevede tuttavia ancora la possibilità di prorogare le concessioni da uno a 5 anni. Il che andrebbe nuovamente in contrasto con la a Bolkestein.

Il testo, in ogni caso, è centro di trattative con la Commissione europea, come confermato ieri dalla portavoce. La norma allo studio del Governo aprirebbe, dopo la proroga, la porta alle gare per riassegnare la gestione delle spiagge (da 5 a 20 anni) con un indennizzo per chi le ha controllate finora. In queste gare non ci sarebbero limiti a quante concessioni può accumulare una sola persona o azienda, se non per decisione dei Comuni.

«La soluzione che chiediamo al governo è quella di trovare una armonizzazione tra ciò che chiede l’Ue e le esigenze dei balneari italiani, iniziando dal dare un giusto valore economico alle nostre attività»: il commento di Marco Scarpetta, uno dei vertici deh’Associazione balneari di Civitanova Marche che ribadisce come gli imprenditori si attendano «un riconoscimento economico certo degli stabilimenti, tenendo conto degli investimenti fatti, degli ampliamenti e dei servizi che vengono dati ai clienti».

Tuona ovviamente l’opposizione, il segretario di Più Europa Riccardo Magi, «se davvero Meloni sta pensando a nuove proroghe delle concessioni balneari e a gare riservate solo per le poche spiagge libere rimaste ancora in Italia sarebbe un vero e proprio oltraggio al pudore, un danno economico all’erario, la solita mancetta per la lobby amica delle destre».

gazzettamezzogiorno