L’anticorpo monoclonale Nirsevimab servirà a contrastare il virus sinciziale che può provocare la bronchiolite nei neonati. Non è stato possibile avviare una procedura unica di acquisto e ogni Asl si è mossa autonomamente
Arriverà alla fine di ottobre, non prima. Il nuovo anticorpo monoclonale Nirsevimab, per contrastare il virus sinciziale che può dare la bronchiolite ai neonati, è in via di acquisizione. Le ottimistiche previsioni della Regione di poter avviare la somministrazione già nei prossimi giorni non potranno essere rispettate. Per due ragioni: perché la procedura di acquisto è ancora in corso e perché si tratta di un prodotto che arriva dall’estero. Dunque, prima di un mese non potrà arrivare in Puglia, come chiariscono dall’Asl Bari.
La lettera inviata l’8 agosto dal dipartimento Salute della Regione a tutte le Asl, ricordava che «la campagna di immunizzazione (…) sarà raccomandata e su base volontaria». Dunque non vi è obbligo. Ai genitori che lo volessero però dovrà essere garantita in duplice modo: direttamente in ospedale per «i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo»; oppure negli uffici vaccinali delle Asl, per i bimbi nati prima, da aprile a settembre: in questo caso «possibilmente nel mese di ottobre e comunque prima della conclusione del periodo epidemico».
La lettera del dipartimento, guidato da Vito Montanaro, fu inviata a seguito dell’approvazione della legge regionale che metteva a carico delle casse pubbliche il costo dell’immunizzazione contro il virus sinciziale.
Nei giorni scorsi il tema era tornato di attualità per la nota inviata dal ministero della Salute a tutte le Regioni. Si avvertiva che l’anticorpo monoclonale Nirsevimab era classificato tra i farmaci di classe C. Ossia a pagamento. E siccome numerose Regioni avevano previsto la somministrazione dell’anticorpo a carico della casse pubbliche, il ministero avvertiva che questo non sarebbe stato possibile ovunque. Nelle Regioni alle prese con il piano di rientro dal deficit sanitario – cioè Puglia, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia – l’anticorpo andava messo a pagamento. Dopo la rivolta delle Regioni interessate (quasi tutte del Sud) il ministero ha fatto marcia indietro e chiesto ad Aifa di mettere il prodotto in classe A, a carico del servizio sanitario.
La Puglia, ad ogni modo, non si è mai fermata. Dopo la lettera di agosto, ogni Asl si è mossa autonomamente. Non è stato possibile avviare un’unica gara, a cura di Innova Puglia, perché questo avrebbe comportato tempi lunghi nella fase istruttoria per chiedere il fabbisogno a ciascuna Asl.
Ad ogni modo, a fine ottobre l’anticorpo sarà disponibile. È tardi per ottenere la copertura contro il virus sinciziale? «L’immunizzazione – risponde Nicola Laforgia, docente di Neonatologia al Policlinico di Bari – dovrebbe iniziare a ottobre come da indicazione della società scientifica dei pediatri. Se non arriva prima l’anticorpo monoclonale nuovo (il Nirsevimab) che si somministrerà a tutti i nati, noi provvederemo a immunizzare da ottobre i neonati più fragili (prematuri, cardiopatici e altri) come già facevamo negli anni precedenti con l’altro anticorpo disponibile. Che è il Palivizumab». La decisione riguarda la Neonatologia del Policlinico di Bari e tutte le altre di secondo livello, cioè con terapia intensiva neonatale. Le famiglie che vorranno non resteranno prive di strumenti.