Secondo la leggenda, dal colpo di spada che il più potente degli Arcangeli inflisse al diavolo per rimandarlo all’inferno dopo la sua cacciata dal Paradiso fu delimitata la linea sacra di San Michele di cui oggi si celebra la festività.
Maestosità e posizione elevata fanno sì che il culto micaelico, particolarmente sentito nella nostra terra per la presenza del Santuario di Monte Sant’Angelo, si sposi in pieno con l’Arma della Polizia di Stato di cui l’Arcangelo è il patrono. Una messa solenne in Cattedrale a Foggia officiata dal Mons. Giorgio Ferretti sta a dir e della pregnanza religiosa del culto, non meno della fisionomia stessa della Polizia che in più di una circostanza il Questore Ferdinando Rossi ha evidenziato proprio nel simbolo della spada, ovvero di una lotta alla criminalità decisa, netta, tagliente, portata avanti con convinzione.
E del resto che i reati di micro e macro criminalità – per non dire di quella organizzata – siano in discesa è un dato di fatto, così come il netto ridimensionamento, più in generale, dei fenomeni criminogeni. Si aggiunge poi, ed è un bene, che se ne parla di più che in passato, con messaggi chiari e forti che la Questura ha dato nel tempo e con continuità nel suo quotidiano rapportarsi con gli studenti, nelle manifestazioni sulla legalità e persino con eventi culturali, assolutamente non ultimi in ordine di importanza, se è vero che solo una cultura diffusa ha il potere di sbriciolare una criminalità diffusa.
Polizia di Stato e San Michele insieme, oggi, in un ideale abbraccio e nel simbolo di una Spada potente, sono lì a dirci quanto siano forti le virtù del coraggio e dell’umiltà, così ben incarnate dal grande Comandante delle milizie celesti e che tutti siamo chiamati ad esercitare, specie quando la battaglia si fa dura.
Come tirarsene fuori, del resto. Se draghi in veste di diavoli nulla possono di fronte alla potenza dell’Arcangelo, ne deriva che anche la quotidiana lotta al servizio dei cittadini passa da qui, da questo tracciato di spada, linea simbolica di confine tra il Bene e il Male.
E quando sembra che sia quest’ultimo a prevalere – quale cittadino foggiano non ha provato scoramento di fronte agli annosi problemi della città – resta forte il monito del Questore, garante di una sicurezza che è in primo luogo un diritto; un diritto al Bene, appunto, come ancora ci ricorda l’Arcangelo. E del resto, come diceva Borges, “c’è chi ha visto Dio in una luce, e chi lo ha scorto in una spada”.
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