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LIDI BALNEARI/L’ETERNO «NODO» IL CAPITOLO CHE PAREVA ARCHIVIATO POTREBBE RIAPRIRSI SULLA QUESTIONE DEGLI INDENNIZZI

Non solo manovra. Sul tavolo del governo toma, ancora una volta, anche il nodo balneari. La pratica sembrava ormai chiusa con la soluzione trovata nel decreto Infrazioni, ma nel corso dell’esame parlamentare del di la maggioran­za punta a riaprire la partita sug­gerendo qualche correzione sul fronte indennizzi. Le associazioni di settore sono tornate all’attacco parlando di «una brutta legge che va modificata» e, con le elezioni di regioni clou come Liguria ed Emi­lia Romagna ormai alle porte, il tema potrebbe rappresentare per l’esecutivo ima nuova complessa matassa da sbrigliare. Dopo il lun­go e dettagliato negoziato con Bru­xelles, conclusosi con la norma in­serita nel provvedimento, i mar­gini potrebbero essere infatti or­mai estremamente stretti.

Fdl, Lega e Forza Italia hanno presentato una sessantina di emendamenti al primo articolo del testo sul quale le commissioni Giu­stizia e Finanze della Camera ini­zieranno a votare da mercoledì. Secondo la maggioranza, qualche spiraglio potrebbe aprirsi sugli in­dennizzi, nodo su cui tutte e tre le principali anime della maggioran­za hanno avanzato proposte, in qualche caso anche sovrapponibi­li. Una delle richieste è di ampliare dal 20% al 50% la quota dell’im­porto riconosciuto dal concessio­nario subentrante entro il termine indicato nel bando, con il rilascio di una fideiussione a copertura del­la rimanente somma.

Fdl e Lega, inoltre, propongono di non limitare il calcolo degli in­dennizzi agli investimenti effettua­ti e non ancora ammortizzati negli ultimi cinque anni, ma di fare ri­ferimento a quelli «relativi a im­mobilizzazioni materiali ed imma­teriali e al valore aziendale dell’im­presa».

ansa