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TURISMO/ RODI REGGE: “PERÒ NON SI PUÒ FARE CONFRONTO CON ALTRE LOCALITÀ DEL GARGANO. DATI DA CONTESTUALIZZARE”

Rispetto al percepito calo delle presenze la chiave di lettura di Piero Cotugno: “Improvvisamente siamo tutti diventati visibili nel mondo e le famiglie sono in crisi”.

A leggere i dati, seppure parziali resi pubblici in questi giorni dall’Osservatorio regionale del turismo della Puglia, gli albergatori che quest’estate hanno lamentato cali significativi, non avrebbero raffigurato la realtà dei fatti.

Tra luglio e agosto abbiamosondato il terreno grazie alle testimonianze di diversi addetti ai lavori e comuni cittadini per provare a cogliere il trend della stagione 2024, particolarmente chiacchierata. Eb­bene, gli intervistati, chi più, chi meno, hanno in pre­valenza registrato la percezione di meno turisti in gi­ro e azzardando una quantificazione del calo si è parlato di una forbice tra il 20% e, nella più funesta delle prospettive, il 40% rispetto agli anni preceden­ti.

Le ragioni alla base di questa flessione sono state diverse, a detta degli intervistati: lo sgonfiarsi dell’effetto doping dovuto ai bonus vacanza della pan­demia in primis e subito dopo il successo di alcune mete super low cost dall’altra parte dell’Adriatico.

In particolare gli operatori avrebbero evidenziato un calo delle presenze tra Peschici e Rodi, al punto da invitare chi è preposto a raccogliere i dati a guardare non tanto ai numeri di arrivi e presenze quanto al fat­turato e ai consumi delle attività commerciali per capire se effettivamente il settore del turismo è in sa­lute e fa girare l’economia del territorio.

Dà la sua chiave di lettura uno storico al­bergatore di Rodi Garganico: Piero Cotugno.“Prima di tutto – ha detto in premessa l’imprenditore mi preme evidenziare che i dati relativi alle presenze turistiche vanno contestualizzati. Pensiamo, per esempio, alle quasi 500 mila presen­ze ottenute dalle strutture ricettive di Peschici contro quasi la metà totalizzate da quelle del territorio ra­diano, ebbene va precisato il numero di posti letto di ogni centro turistico.

Nel dettaglio, Rodi non ha gli stessi posti letto: vedasi la baia di San Nicola, il re­sidence Julia, le strutture della baia di Manacore, il centro Maritalia e tanti altri. La stessa cosa dicasi per Vieste. Va considerato che Rodi è dotata di poco meno di 6500 posti letto con una superficie territo­riale di 13 km quadrati contro i 17 mila posti letto di Peschici con un territorio di 50 km quadrati e contro Vieste che ha ben 40mila posti letto e quasi 170 km quadrati. Quindi, prima di tutto, se entriamo nel det­taglio è molto plausibile che, fatte le dovute propor­zioni, Rodi non è assolutamente da meno degli altri centri garganici”.

Altro dato che Cotugno ritiene discutibile è quello re­lativo alla presenza di un certo numero di alberghi all’asta.

“Rodi ne ha avuto e ne ha qualcuno ma solo per un carente ricambio generazionale e questo succede dappertutto – ha tenuto a precisare -. Quando poi si parla di cali di presenze rispetto agli anni passati dobbiamo tener presente che ormai da un punto dì vista turistico, e non solo, siamo globalizzati. Ciò vuol dire che ‘improvvisamente’ siamo tutti diventati visi­bili nel mondo.

Come per noi è facile raggiungere po­tenziali clienti in ogni parte del mondo, così lo è per tutti, in più, è inutile nasconderlo, stiamo attraver­sando una crisi che ha pochi precedenti, soprattutto le famiglie sono molto penalizzate. Tuttavia la diffe­renza la fa ogni singolo operatore che dovrebbe con­tinuamente sperimentare nuovi veicoli pubblicitari e rivolgersi a clientele sempre più vaste e variegate considerando che il nostro territorio offre un vero e proprio concentrato di meraviglie: isole, laghi, fore­ste, luoghi di culto.

Ad esempio, per quanto ci riguarda quest’anno abbiamo promosso la nostra struttura in Belgio, è stata una prova. Ci siamo rivolti a famiglie di italiani residenti in Belgio, il risultato è stato che fino a settembre abbiamo ospitato oltre 40 famiglie.

Devo dire che sia l’anno scorso che quest’anno ho registrato maggiore presenza di pensionati e natu­ralmente per ovvi motivi ci sono state molte meno fa­miglie. Questo a mio avviso, ma è una mia opinione, riqualifica la domanda e di conseguenza ci porta a ri­qualificare l’offerta e finalmente potrebbe portarci ad un turismo più consapevole, più attento al territorio, alle sue tradizioni, alla sua cultura.

Devo dire anche che in questo ultimo decennio è stata fondamentale la presenza del porto turistico, bellissimo, curatissi­mo e molto ben gestito. Il porto ci ha dato possibilità di far crescere gli indotti ma anche e soprattutto di far conoscere il nostro strepitoso territorio ad un nuovo tipo dì turista che sicuramente porterà a casa il ricor­do ed il conseguente racconto del nostro mare, e non solo, da sempre bandiera blu d’Europa”.

“Per quanto riguarda i dati di non so quale istituto bancario che registra il meno 27% di movimentazio­ne sui conti correnti locali (come riportato da alcuni operatori su queste colonne nei giorni scorsi, ndr) ri­tengo che sia poco attendibile perché se per qualsia­si motivo alcuni operatori canalizzano i loro movi­menti presso altri istituti ci sarà il consequenziale ca­lo presso una banca ma anche l’incremento presso altre”, ha aggiunto.

Infine una riflessione rispetto ad alcuni operatori che da queste colonne hanno manifestato la volontà di orientarsi verso altro tipo di business: “Non è facile convertire un albergo in struttura sanitaria se la Re­gione non emana fabbisogni. Qualche anno fa io stesso ho aperto una struttura sanitaria sacrificando un immobile alle spalle del mio albergo. Sono già da tempo alla ricerca di nuovi idonei locali per trasferire la struttura sanitaria e restituire 14 bellissime came­re al mio paese e ai suoi turisti”, l’idea di Cotugno.

l’attacco