Grandi opportunità per il marketing territoriale grazie al nuovo organismo che tiene insieme decisori pubblici e operatori privati. C’è tanto da fare per trasporti e logistica.
Il petrolio italiano è il turismo che tiene dentro anche servizi, arte, cultura, enogastronomia, sport e specificità dei territori. Per la provincia di Foggia, se ancora non fosse chiaro, turismo dovrebbe significare fare sistema e spezzare il triste atteggiamento del “solista” che, oggi di ieri, rappresenta una voce a cui manca il coro.
Al TTG di Rimini, la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale, la Regione Puglia ha presentato i dati turistici parziali, riferiti ai primi otto mesi dell’anno in corso. I dati si sa, vanno letti, interpretati e, soprattutto, devono far riflettere sui correttivi da apporre. Se non si cambia mentalità e non si costruiscono reti collaborative tra pubblico e privato – Emilia Romagna, docet – si continuerà nella retorica spicciola e nel rimbalzo delle responsabilità, anche quando le cose vanno bene.
“I dati sui flussi turistici della Puglia presentati al TTG dimostrano tanto e ci portano a riflettere su alcuni punti – ha detto Michele Falco,operatore turistico di Ischitella -. Bisogna sempre aspettare i dati definitivi per tirare delle somme. La Puglia non era in crisi a luglio e non lo è oggi. Così come i dati presentati sono parziali e sicuramente la situazione sarà molto disomogenea tra province.
Settembre incide molto per le località di mare, così come altri mesi incidono per località culturali. C’è un enorme differenza tra il calo dei pernottamenti (dove c’è stato) e il calo dei consumi: spendo i soldi in altri servizi, ad esempio.
Posso tranquillamente andare in vacanza e fare due cene anziché quattro. Le variabili di spesa sono tante così come è vero che al calare del potere di acquisto, i turisti tendono ad eliminare il superfluo”. Il settore turistico ha molte variabili da considerare e per nulla scontate: “Andare oltre arrivi e presenze – ha ripreso Falco -. Guardiamo la qualità dei servizi offerti: qui abbiamo tanto da fare.
La provincia di Foggia ha il Sentiment Index più basso tra quelle pugliesi. Ciò significa che i turisti online premiano e riconoscono la qualità dei servizi offerti (recensioni) ma danno punteggi bassi ai servizi offerti dalle strutture ricettive (e non solo) della nostra provincia. Questo campanello d’allarme va ribadito per attivare azioni con gli operatori e correggere il tiro. Il turismo è economia che gira tra i comuni e che porta reddito. Circa il 13% del PIL regionale deriva da questo settore; un settore che cresce a dispetto dell’inflazione, delle guerre e delle crisi energetiche”.
La morale l’ha fornita l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane e la fase 2 del turismo “Per organizzare le destinazioni interne di una Puglia sempre più attrattiva, cioè alla qualificazione dell’offerta”. Quindi: “Amministrazioni pubbliche e private vanno messe insieme nelle DMO (Destination Marketing Organizzation) – ha precisato Falco – e la progettualità che è chiamata svolgere: attività di promozione e comunicazione verso i mercati nazionali ed esteri; progetti e iniziative nell’ambito della comunicazione; marketing territoriale; promozione turistica on line; attività di accoglienza e informazione. Il discorso che condivido è il fare sistema una volta per sempre e, soprattutto, come farlo sarà la differenza – ha concluso Falco -, La DMO è un soggetto pubblico che metterà allo stesso tavolo decisori pubblici e operatori privati su tutto ciò che riguarda il turismo.
Come saranno organizzate, quante ce ne saranno, si saprà a gennaio, perché si comincerà a novembre. Ce ne sono già in altre regioni (Piemonte, Lombardia, Toscana, ecc.) e in Puglia si sta andando a legiferare sulla loro nascita e composizione. Sì deve trovare la modalità giusta per fare sistema e coinvolgere tutti gli attori di Capitanata”.
Anche Diego Romano, che si occupa di marketing turistico ha le idee chiare sul fare sistema e come farlo: “I dati vanno letti e interpretati perché ci sono tante realtà nella nostra Capitanata. A Vieste, ad esempio, il Sentiment Index è alto e ciò vuol dire che il territorio piace non solo al
turista italiano e straniero. Logicamente, tutto è correlato allo standard a cui il cliente è abituato. Quindi entra in gioco il tipo di clientela che si va ad intercettare, in base alle capacità di spesa del turista, soprattutto di chi non è mai stato nel territorio e vuole conoscerlo in modo approfondito. Diverso è il turista che vuole andare solo al mare ed ha un budget dedicato.
A Vieste c’è un’evoluzione del turismo anche per fasce d’età – ha continuato Romano -. In aumento è quella degli Over 50 a discapito delle altre. Ciò è in linea con quello che accade al Sud e vuol dire che anche l’offerta turistica spinge i ‘millennial’ verso altri lidi. La natura ci dà una mano e l’altra dobbiamo metterla noi, territorio, con la logistica e i trasporti.
II turismo internazionale degli aeroporti di Bari e Pescara costringe al noleggio di auto, perché non ci sono navette. Da ottobre e fino a primavera, periodi ideali per gli stranieri, si è tagliati fuori. Da Vieste a Foggia, nei giorni festivi e la domenica, c’è solo una corsa automobilistica: a Pasquetta non si raggiunge il Gargano; immagino i Monti Dauni, che potrebbero diventare la nostra Toscana. Quindi, il resto d’Italia si muove e noi restiamo al paio”.
Le conclusioni dì Romano: “Quello che manca sono la logistica, le infrastrutture e i trasporti perché altrimenti, s’intercetta solo il turismo mordi e fuggi, con tutto ciò che ne deriva, comprese le lamentele dei ristoratori. Il finale è che bisogna mettere tutto a sistema”.
l’attacco