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OPERAZIONE MARE E MONTI/ SULL’ASSE BARI-MONTE SANT’ANGELO LA DROGA PER LE VACANZE (9)

Viaggiava anche sull’asse Ba­ri-Monte Sant’Angelo la droga destinata da un lato alla movida del capoluogo e dall’altro al mercato turistico di Vieste. La circostanza è emersa nel corso dell’inchiesta “Mare e monti”, condotta da carabinieri, Guar­dia di finanza e Polizia e coordi­nata dalla Dna e dalla Dda, che ha sgominato il clan montanaro Li Bergolis. Gli scambi commercia­li tra i clan baresi e quelli garganici sono stati raccontati ai ma­gistrati da Arcangelo Telegrafo

(detto “Angioletto il brigante”), fino a due anni fa affiliato agli Strisciuglio tramite l’articolazio­ne del quartiere San Paolo e og­gi collaboratore di giustizia.

È lì che gli uomini di Enzo Miucci sarebbero andati a rifor­nirsi di marijuana, in virtù di un accordo preso dal capoclan di Monte proprio con Telegrafo, con il quale aveva condiviso pe­riodi di detenzione a Lanciano e poi a Nuoro. In carcere sareb­be stata perfezionata l’intesa e «tramite un cellulare, che tutti avevamo» – ha detto Angioletto – gli ordini venivano fatti arriva­re agli affiliati in libertà.

Così i baresi andarono «a Monte, vici­no a una chiesa, per portare un provino di marijuana e loro ci la­sciarono un provino di hashish. Si sono serviti da noi di erba una volta sola, dopo il 2019, han­no preso 20-25 chili, erba natu­rale, che passammo a 800-900 euro». Il gruppo di Telegrafo, al contrario, alla fine non avrebbe comprato lo stupefacente dai foggiani: «Miucci ci poteva rifor­nire 30-40 chili di hashish, ave­va una buona strada, poteva ar­rivare fino a 50 chili, ma poi non l’abbiamo preso perché non ci trovammo con il prezzo».

Gli esponenti dei Li Bergolis, invece, erano rimasti soddisfat­ti dell’acquisto effettuato a Ba­ri: «Qualche altra volta sono sce­si che volevano altra erba, ma noi non avevamo più disponibi­lità di servirli perché era fasti­dioso per noi arrivare fino al Gargano».