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UIF: RICICLAGGIO DI DENARO LA PUGLIA “AFFOGA” NEL CONTANTE

Un po’ come la febbre alta o un forte dolore al petto, ci sono segnali, sintomi, economico-finanziari che rivelano le gravi patologie che aggrediscono i territori. È il caso della Puglia e della Basilicata (specialmente alcune aree delle due regioni) che, a giudicare dai dati in mano alla Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, mostrano una condizione allarmante.

contanti Innanzitutto, le due regioni sono “malate” di contante. Esemplificativa è la mappa pubblicata da Uif nell’ambito del dossier «Quaderni dell’antiriciclaggio – Statistiche I-2024». Indica la quota di operazioni in contanti (versamenti/accrediti e prelievi/addebiti) sul totale della movimentazione. Per farla breve: peggio delle province di Taranto, Brindisi e Lecce ci sono soltanto Vibo Valentia, Reggio Calabria, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Sud Sardegna. A guardarla bene, è anche la mappa di una sorta di “questione meridionale finanziaria” con un Nord virtuoso e un Sud che diventa via via sempre più rosso, paonazzo.

Bari e Lecce sono al top per importi delle operazioni in con­tanti in base alla popolazione re­sidente, assieme a Napoli, Salerno ed Ernia.

«Quello che emerge è, a dir po­co, molto preoccupante», afferma il prof. Emanuele Fisicaro, presidente Cseac-Centro Studi Euro­peo Antiriciclaggio & Compliance “Piero Vigna”, e riconosciuto esperto di Diritto penale commer­ciale. «Se c’è evasione e c’è rici­claggio, è normale che si usi il contante – spiega il professore -. Infatti, il contante è sintomo di due elementi: il riciclaggio e i reati come corruzione, estorsione e usura. E, purtroppo, con la soglia a 5.000 euro (dal prima gennaio2023, col DI Aiuti quater, il tetto è passata da 2 a 5mila euro; ndr) ci si ritrova in queste condizioni. C’è una gran­de parte di denaro contante che gira al Sud, mentre al Nord è tutto tracciato. E ricordo che il proble­ma del riciclaggio non è solo della Guardia di Finanza o dell’Uif, che fanno un lavoro egregio, ma deve essere lo Stato-comunità a inter­venire. Il riciclaggio si combatte con la cultura. Quello del contante non è un fenomeno da sottova­lutare, si consideri che il 2,4% del­le operazioni in contanti rilevate nel nostro Paese supera il milione di euro».

Ma ci sono anche altri segnali, altri sin­tomi, che qualcosa non va. Sempre nel citato Dossier, i responsabili nazionali dell’intelligence finan­ziaria segnalano come la provin­cia Barletta-Andria-Trani e quella di Matera hanno il primato dei bonifici verso i “paradisi fiscali”, cioè oltre il 15% dei bonifici. Si tratta di due aree in cui la ric­chezza dichiarata è al di sotto della media nazionale (il Pil pro-capite sfiora i 20.000 euro), eppure un pari livello di business con questi Paesi, definiti tecnicamente «a fi­scalità privilegiata o non coope­rativi», si riscontra solo in altre 4 province italiane e tutte sono mol­to più ricche: Imperia (25.600 euro di Pil pro-capite), Massa Carrara (26.600 euro), Sondrio (30.800 euro) e Belluno (34.500 euro di ricchezza pro-capite).

 Per il prof. Fisicaro questi “numeri” fanno pensare che ci sia «evasione fiscale». «Il concetto è: perché vai in un Paese a fiscalità privilegiata? Ci possono essere 2, 3, 4, 10 società che ope­rano in quei Paesi, ma le altre?».

L’esperto spiega che il sistema funziona così: mi faccio fare una fattura da un «paradiso fiscale», faccio movimentare il denaro e poi da lì, spariscono. Anche le ope­razioni in criptovalute possono servire a occultare somme. «Basti dire – afferma – che gli operatori in criptoattività autorizzati, i cosid­detti Vasp ( Virtual Asset Service Provider; ndr), in Europa sono 1.335, di cui 131 operano in Italia, 98 in Francia e 939 in Polonia. Novecentotrentanove!».

C’è poi un altro “sintomo” patologico che il prof. Fisicaro vuol mettere in luce: «Nei primi sei me­si del 2024 rispetto all’analogo se­mestre 2023, le segnalazioni di ope­razioni sospette giunte all’Uif sono diminuite un po’ ovunque. Fan­no eccezione la zona di Bari e pro­vincia, quella di Taranto e, in Ba­silicata, quella di Potenza. Sono dati preoccupanti».

«La gente – conclude – deve sa­pere che più aumentano questi fe­nomeni illeciti e tanto più aumen­ta la povertà. Il Meridione deve capire che il contrasto al riciclag­gio è un elemento positivo. Non è vero che crea problemi all’econo­mia, al contrario è a favore dell’economia».

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