Il Comune è capofila del progetto che include 10 partner da Bosnia, Grecia, Montenegro e Slovenia finanziato dal programma INTERREG ADRION con 1,5 milione di euro.
“Avremmo voluto far assaggiare ai nostri ospiti le cozze di Cagnano Varano ma il ristoratore, desolato, ha detto di averne trovato soltanto due chili”: è in questo piccolo aneddoto la dimostrazione plastica di quanto il mondo della mitilicoltura sia in crisi in questo momento. A raccontarlo agli studenti dell’istituto D’Apolito è stata Michela Cariglia,Project manager di Teamforadris, presentato lunedì e martedì a Cagnano.
Il Comune è il capofila del progetto finanziato dal programma Interreg Adrion con 1,5 milioni di euro, finalizzato all’introduzione di sistemi di gestione del mare per prevenire la mortalità delle cozze e della posidonia oceanica con l’innovazione tecnologica ed il biorisanamento. Il progetto è, come detto, partito ufficialmente questa settimana dal centro garganico e attiverà un insieme di azioni innovative nel basso Adriatico per rispondere all’emergenza climatica che sta provocando la mortalità delle cozze e della posidonia.
Sono 10 i partner provenienti da Bosnia, Grecia, Montenegro, Slovenia e Albania che nell’arco dei prossimi 3 anni, coordinati dal Comune di Cagnano Varano introdurranno lungo la fascia costiera e negli allevamenti di mitili una serie di sistemi innovativi di gestione tecnologica basato sul doud e l’intelligenza artificiale e sull’utilizzo dei biopromotori naturali finalizzati non solo alla prevenzione della mortalità ma anche delia valorizzazione del prodotto.
Il settore della mitilicoltura sul Gargano è da tempo in crisi, a subirne le conseguenze circa 200 produttori che negli anni scorsi si sono dovuti già reinventare, spostando gli impianti dal lago di Varano, a sua volta ormai divenuto inospitale per l’allevamento delle cozze, al mare. Negli ultimi tempi neppure le acque dell’Adriatico paiono garantire la sopravvivenza del sistema produttivo che in Puglia è secondo solo a quello di Taranto con Circa 13 mila tonnellate (a pieno regime) di cozze all’anno e terzo in Italia. Oggi, almeno l’80% della semina effettuata in primavera è morta e di questo passo la crisi sarà sempre più drammatica.