Da qualche giorno è stata affissa una locandina che invita la popolazione peschiciana a “un atto di coraggio” perché, secondo l’autore della comunicazione, la biblioteca di Peschici è stata intitolata a persona non degna e riporta testuali parole:” “se non ricordo male, fu allontanata da Peschici per abuso su minore.”
La persona “indegna” è don Fabrizio Losito che fu parroco della chiesa madre di Peschici per moltissimi anni. Fermo restando che, quello che a me risulta, non c’è stata nessuna sentenza e tantomeno condanna che attesti il reato da parte di nessun tribunale e questo dovrebbe già bastare per non tirare in ballo il caso per “giustificare” la non idoneità del soggetto.
Oltre a ciò, visto che l’autore della locandina, accusa la popolazione peschiciana di “memoria corta” senza però citare minimamente la situazione politica – se di politica si può parlare – che Peschici respirava in quegli anni – il paese era diviso in due parti – chi vuole intendere, intenda – E quindi fu molto facile montare il caso che costrinse l’allora vescovo monsignor Valentino Vailati ad allontanare il parroco: scelta paterna, questa, per evitare che la situazione prendesse pieghe squisitamente paesane che avrebbero inquinato ulteriormente la tranquillità del paese. Insisto nel dire che mai nessuna azione legale o indagine furono intraprese al fine di appurare la verità – sarebbe statala via giusta per scrivere la parola fine, in positivo o in negativo, a questa storia anziché basarsi, con tutto il rispetto per il minore, solamente sul racconto verbale dello stesso.
In sintesi don Fabrizio Losito è stato “giudicato e condannato” solo da una parte del tribunale popolare peschiciano che, come sappiamo, il tribunale popolare spesso emettere “sentenze” di condanna in modo spicciolo. Chiaro che, se quanto da me asserito non dovesse corrispondere al vero, chicchessia può smentirmi liberamente, ma con documenti, fatti e prove inconfutabili.
Purtroppo don Fabrizio non è più tra noi perché passato a miglior vita e quindi impossibilitato a difendersi e, anche se fosse vivo, considerato il carattere che aveva, avrebbe lasciato correre perché, ingiustamente, aveva già pagato abbastanza, anzi tantissimo e quindi mi sembra il minimo chiedere di lasciarlo riposare in pace. Almeno questo!
A proposito di “memoria corta” e visto che viviamo in un paese di pochi abitanti, abbiamo dimenticato davvero in fretta quanto bene ha fatto don Fabrizio a molti peschiciani durante la sua vita terrena e sfido chiunque a smentirmi!
L’unica cosa accettabile di questa locandina è la proposta del nome di Iacovo Miraglia, non certo perché don Fabrizio è “indegno” secondo l’autore della stessa, ma semplicemente perché lo studioso è più rappresentativo considerato che si parla di una biblioteca. E poi, perché questo nome non è stato proposto prima?
Ormai la biblioteca è stata già intitolata e, una richiesta di cambio nome, sarebbe sciocca nonché, per certi versi,varrebbe da parte dell’amministrazione comunale quale ammissione dell’“errore” che, in tutta onestà, non c’è stato.
Michel Quoist scriveva: “davanti al mio tribunale ogni giorno sfila il mondo intero, tranne io”.
E Renzo Arbore in un famoso spot diceva: “Meditate gente, meditate”.
gabriele draicchio