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IL BRACCIO DESTRO DI RADUANO GIANLUIGI TROIANO NUOVO COLLABORATORE DI GIUSTIZIA

Gianluigi Troiano ha iniziato a collaborare con la giustizia. L’annuncio è arrivato in mattinata in apertura del processo in Corte d’Assise di Foggia, che vede il viestano Troiano imputato (a piede libero) insieme al sanseverese Angelo Bonsanto per l’omicidio di Omar Trotta.

La difesa di Troiano ha depositato un memoriale di tre pagine nel quale il viestano ha fornito dichiarazioni etero e auto accusatorie rispetto al caso specifico.

Troiano, considerato braccio destro dell’ex boss e attuale collaboratore di giustizia Marco Raduano, era evaso nel dicembre 2021, da Campomarino, dove era ristretto agli arresti domiciliari con applicazione del ‘braccialetto elettronico’ per scontare la pena definitiva a 9 anni e 2 mesi di reclusione per l’operazione ‘Neve di Marzo’. La sua latitanza è finita lo scorso 2 febbraio, in Spagna.

Avviate le procedure di estradizione, lo stesso è stato però arrestato dalla ‘Guardia Civil’, la polizia spagnola, poco prima di rientrare in Italia, per un reato – un omicidio – commesso a Granada durante il periodo di latitanza.

Il fatto di sangue sarebbe stato commesso ad Alhendin, un comune spagnolo di circa 5mila abitanti in provincia di Granada, il 22 novembre 2023, in danno di un 42enne del Marocco ‘punito’ per un debito di droga. A macchiarsi di tale reato, sostengono gli inquirenti, sarebbero stati i due latitanti viestani, ovvero Marco Raduano – evaso dal carcere di Nuoro e poi arrestato in Corsica – con la collaborazione del suo braccio destro Troiano.

Per questo motivo, per 8 mesi Troiano è rimasto “bloccato” in Spagna, ostaggio di un “cortocircuito burocratico” tra i due paesi che ha avuto ripercussioni anche sull’andamento del processo per l’omicidio Trotta, il titolare de ‘L’antica bruschetta’, ucciso nel pomeriggio del 27 luglio del 2017, davanti alla compagna e alla figlioletta di pochi mesi. In questo caso – secondo l’accusa e secondo le rivelazioni di alcuni pentiti – Troiano avrebbe avuto il ruolo di ‘basista’ dell’agguato; il sanseverese Bonsanto sarebbe stato invece l’esecutore.

Le intenzioni di Troiano erano già emerse nelle carte del blitz antimafia ‘Mari e Monti’ e sono state ufficializzate oggi, in aula. Si tratta del dodicesimo pentito sul Gargano. Prima di lui, hanno voltato le spalle alla malavita altri sei viestani (Giuseppe Della Malva, padre dell’ex latitante e già pentito Danilo Pietro, Marco Raduano, ritenuto dagli inquirenti elemento apicale della mafia viestana, e il nipote Liberantonio ‘Anthony’ Azzarone, e prima ancora  Giovanni Surano e Orazio Coda). A questi, si aggiungono i manfredoniani Carlo Magno e Antonio La Selva e i mattinatesi Andrea e Antonio Quitadamo e, da ultimo, Francesco ‘Natale’ Notarangelo.