Dal Gargano al centro della spiritualità francescana. Continuano le esibizioni del coro polifonico “Città di Vieste – Don Giorgio Trotta” in tutta Italia. Questa volta tocca ad Assisi, il cuore pulsante dell’opera e degli ordini fondati da San Francesco. Sabato 23 novembre, in occasione della festa di Santa Cecilia patrona della musica, in collaborazione con l’orchestra del Conservatorio di Perugia e del coro “Controcanto” di Bettona (PG), il coro diretto dal maestro Michele Lorusso si esibirà davanti ad un pubblico ancor più sensibile e attento alla forza del canto nella rappresentazione sacra.
Il coro polifonico viestano, ad ogni modo, non è nuovo ad appuntamenti di alto livello. Già lo scorso anno, sempre nel mese di novembre, il coro si era esibito in una cornice d’eccezione: la seicentesca basilica di Sant’Andrea della Valle nel centro di Roma.
Non stiamo parlando solo di una delle più importanti basiliche per motivi storici e artistici del centro della Capitale, ma anche del posto dove il maestro Giacomo Puccini pensò e scrisse la prima parte dell’opera della Tosca. Insomma, un luogo con un fascino più unico che raro per i coristi così come per chiunque entri in un posto ricco di storia, anche della musica.
Sempre in quell’occasione, il coro ebbe pubblici apprezzamenti dal presidente Chorus inside Lazio Luigi Ferrante, elogi dal Maestro Porzio, e fu menzionato la domenica seguente all’Angelus, recitato da Mons. Braida dal momento che Papa Francesco aveva avuto un’indisposizione influenzale.
Il coro polifonico è nato da un’idea del maestro Michele Lorusso, oggi affiancato dall’inesauribile Gaetano Di Mauro e da un direttivo attento: Pina Ferrarelli, Michele Racioppa, Mattia Piscopo, Giovanna Dirodi, la squadra. Un progetto impostato sin dall’inizio in modo “ecumenico”, nel senso che è stato aperto a tutta la città e non alle singole parrocchie ed associazioni. I coristi, tutti amatori, autodidatti, appassionati di musica, dedicano il loro tempo libero ad un’attività che unisce la passione per il canto ad un percorso di riscoperta sia musicale che spirituale. Da sottolineare che ciò avviene a Vieste, dove l’isolamento geografico non favorisce le sinergie con altre realtà culturali.
Allo stesso modo, il coro polifonico è anche la doppia dimostrazione che la volontà e la passione possono superare, letteralmente, mari e monti; e che una comunità di 13 mila anime possa essere rappresentata ad alti livelli, alla pari di realtà territoriali più grandi e più organizzate su tutti i fronti. Don Giorgio ci perdonerà la battuta ma è un miracolo! E comunque resta un mistero come non ci sia ancora traccia di un loro concerto nei cartelloni delle manifestazioni viestane.