Nel 1950 aveva luogo a Rodi Garganico una grande kermesse seguita dalla stampa locale e nazionale con suggestivi videoreportage e foto
Il reportage del 31 maggio 1950 del giornale “il Faro” di Vieste, firmato da Nicola Mendolicchio, ci fa respirare la particolare atmosfera della prima “Sagra degli aranci” di Rodi Garganico: “Un delizioso profumo di zagare ci ha dato il primo saluto.
È il mormorio delle canne ondeggianti nei giardini e gli echi frangenti del mare e il canto degli uccelli ci dicevano, in dolce armonia, che Rodi era in festa. Infatti la piazza è adorna di rami di arancio con dorati frutti. E a grappoli, in casse e cassette, gli esportatori fanno bella mostra di agrumi sotto pubblicitarie insegne multicolori indicanti gli annali commerciali delle industrie cittadine”. In questo incantevole scenario, due affascinanti e prosperose fanciulle, con piacevole civetteria, appuntano dei fiori di arancio sulle giacche dei partecipanti alla sagra.
Le cineprese della Settimana Incom, il videogiornale che veniva proiettato nelle sale cinematografiche di tutta Italia, con gli operatori della “Radiosquadra”, sono attivissime a registrare i momenti salienti della sagra, inaugurata dal sindaco colonnello Ruggiero a cui il prefetto Donadu, l’onorevole Vocino e il commendator Bisceglia rispondono con parole di vivo plauso “per l’impulso di rinascita dato alla popolazione, volenterosa di superare la crisi economica causata dalla scomparsa della marineria, in seguito alla perdita di mercati d’oltremare e alla limitazione del raggio di pesca nelle acque dell’Adriatico per interventi jugoslavi”. Segue la mostra dei mercati agricoli industriali, inaugurata dalla onorevole Giuntoli, la visita alla Mostra del libro e a quella fotografica di Vincitorio nel locale del Cral.
Subito dopo, inizia il convegno dei parlamentari e dei giornalisti. Il sindaco Ruggiero e il comitato organizzatore hanno saputo riunire illustri ospiti: il senatore Tamburrano, gli onorevoli de Meo, De Caro, Reca e Monterisi; Mario Ciampi, presidente dell’APT di Foggia; Angelo Fini, collaboratore del Faro, l’avvocato Giuseppe d’Addetta, direttore de “Il Gargano” e molte altre personalità.
Il sindaco Ruggiero espone ampiamente i bisogni di Rodi, indispensabili per la rinascita del paese: irrigazione, rete elettrica e idrica, completamento di strade, educazione delle popolazioni per favorire lo sviluppo turistico. I parlamentari assicurano che tutto sarà fatto per la risoluzione di tali problemi.
L’inviato del Faro fa un rilievo critico: mentre gli uomini più rappresentativi del Gargano in privato parlano di rinascita dell’intero Promontorio, durante il Convegno della Sagra si è parlato esclusivamente dell’economia e dei problemi di Rodi, dimenticando l’esistenza di altre popolazioni indigenti del promontorio, come i carpinesi. Solo il dottor Russo si è soffermato sui problemi di tutte le località garganiche, dando particolare risalto alla necessità del prolungamento della Ferrovia fino a Vieste.
Citando l’articolo 2 dello statuto dell’Associazione per la Rinascita garganica, Mendolicchio rileva che il problema garganico è uno, come l’ individualità etnica economica e storica del Promontorio. È necessaria l’unione di tutti i garganici perché le varie manifestazioni siano utili a raggiungere migliori obiettivi.