Nel 2025 partiranno le lettere di compliance attraverso cui il Fisco segnala alle persone fisiche le omissioni o infedeltà riscontrate prima di inviare un accertamento. Cosa fare se si riceve il documento.
Posto il consueto invio da parte dell’Agenzia delle Entrate delle lettere ai contribuenti nel 2025, si stimano 3 milioni di documenti pronti a essere spediti, è utile sapere cosa fare in caso si riceva la comunicazione del Fisco che viene inviate, via Pec o per posta. Si tratta delle lettere di compliance attraverso cui l’Agenzia segnala alle persone fisiche le omissioni o le infedeltà riscontrate confrontando i dati dichiarati dai cittadini con quelli disponibili nelle proprie banche dati.
Cosa viene indicato nelle lettere di compliance
Di fatto l’Agenzia delle Entrate «mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dandogli così l’opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione». Una sorta di alert o sveglia per segnalare eventuali anomalie, destinate ad alcune categorie di contribuenti che possono regolarizzare la propria posizione mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni ridotte. Si tratta di avvisi che rientrano nell’ambito di un accordo tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate per semplificare la regolarizzazione delle posizioni fiscali degli italiani.
Chi le riceve e perché
L’invio avviene ovviamente prima che venga inviato l’accertamento vero e proprio. I casi più diffusi di omissioni o infedeltà nella comunicazione dei dati al Fisco riguardano le mancate comunicazioni Iva o le omesse dichiarazioni delle partite Iva. Comuni anche le anomalie nella dichiarazione Isa, ovvero gli Indici sintetici di affidabilità, che riguardano autonomi e liberi professionisti. Nel 2025 potrebbero ricevere una lettera anche le persone fisiche che sono titolari di redditi di lavoro dipendente oppure di redditi derivanti da affitti immobiliari che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi nei termini corretti. Riceveranno dalle Entrate un avviso per mettersi in regola nei 90 giorni successivi alla scadenza ordinaria della dichiarazione. Gli avvisi nel caso non sia arrivata per posta la documentazione sono consultabili dal cittadino via Pec e anche nel Cassetto fiscale online.
I numeri
Si tratta di un meccanismo per avvisare i contribuenti delle loro posizioni a rischio accertamento che sembra funzionare. Nel 2023 le lettere di compliance sono state più di 3 milioni con recuperi per oltre 4 miliardi di euro. Un salto in avanti se si pensa alle circa 100 mila del 2016.
Il ravvedimento operoso: come funziona
Errori e omissioni possono essere sanati con il cosiddetto ravvedimento operoso. Dopo aver ricevuto la lettera va inviata una dichiarazione integrativa, in cui saranno indicati i redditi o gli imponibili non dichiarati e contestati dalla lettera di compliance. Occorrerà poi pagare le maggiori imposte dovute e gli eventuali interessi versando le sanzioni per le violazioni contestate anche se in misura ridotta. Il versamento delle sanzioni avviene per mezzo di modello F24 e non può essere rateizzato. La dichiarazione integrativa può essere presentata in autonomia sul sito dell’Agenzia delle Entrate oppure tramite un Caf.
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