Una cascata di soldi per sostenere gli investimenti e assottigliare le distanze con le aree più sviluppate. Stamattina la premier Giorgia Meloni sarà a Bari per firmare il «Patto di coesione» con il governatore Michele Emiliano e assicurare alla Puglia una cifra vicina ai 6,3 miliardi: 4,5 miliardi di Fsc (Fondo sviluppo e coesione) e 1,8 di Piano operativo complementare. Risorse statali, l’80% della dotazione complessiva destinato al Sud.
L’ultima uscita di Fitto da ministro
La premier sarà affiancata da Raffaele Fitto per quella che sarà l’ultima sua uscita pubblica da ministro, prima di dimettersi e assumere l’incarico di commissario Ue (proprio alla Coesione, in questo caso europea).
La massima evangelica dice che gli ultimi saranno i primi: ebbene la Puglia è certamente l’ultima Regione nella firma del Patto di coesione con il governo.
Tuttavia non sarà la prima, in riferimento ai fondi che le saranno assegnati: più soldi andranno a Campania e Sicilia. La Puglia è terza nella classifica della dotazione e quei soldi li sta aspettando da tempo. Al punto che Emiliano ha polemizzato spesso con il governo per il ritardo, lamentando che vi fossero tremila aziende in attesa delle agevolazioni dopo aver partecipato ai bandi emanati della Regione (avviati prima di ottenere materialmente i fondi dal governo). Ebbene la prima buona notizia è che le aziende in attesa saranno totalmente soddisfatte.
Questo tema è stato uno degli argomenti che hanno frenato la rapida conclusione dell’esame del dossier, rinviando di mese in mese la stipula. L’obiezione che arrivava dal ministero di Fitto e da Palazzo Chigi era appunto l’aver avviato i bandi prima dell’ottenimento delle risorse.
Un altro punto di conflitto è stato il grande elenco predisposto dalla Regione, che ha presentato opere in overbooking: indicandone più di quante se ne potessero finanziare, in modo da scegliere definitivamente in un secondo momento. Il governo ha preteso un elenco secco e certo.
Si è poi discusso sulla localizzazione territoriale delle opere. Palazzo Chigi reclamava una distribuzione equa tra le Province e che nessuna fosse trascurata.
La Regione sosteneva viceversa che non si dovesse trattare tutti i territori in modo indistinto perché il principio della Coesione è di dare di più alle aree meno sviluppate e meno dotate di fondi. Un altro tema di discussione era il finanziamento con fondi Fsc di opere che rientravano nelle attività statali. Si è raggiunto un compromesso: alcune dentro, altre fuori dall’elenco. Come detto nei giorni scorsi, il secondo lotto della strada statale 275 Maglie Leuca sarà finanziato dalla Regione con i fondi Fsc.
Sei sono i grandi capitoli degli investimenti: comparto idrico, rifiuti, imprese, politiche abitative, trasporti, residenze universitarie. A questo ultimo proposito va detto che il finanziamento sarà massiccio. Del resto sostenere l’università significa mettere solide basi per lo sviluppo. Sono previsti studentati e residenze in tutte le province con università: Bari, Foggia, Lecce, Taranto.
A mò di esempio si possono citare le residenze universitarie che troveranno posto nell’ex caserma Magrone e nell’ex ospedale Bonomo a Bari. Oppure quella che si realizzerà nell’ex distretto militare a Foggia. E anche quella che sorgerà nell’area dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce (per la facoltà di Medicina).
I dettagli saranno illustrati oggi. La sede prescelta, anche a causa dello sciopero generale e della città poco praticabile, è quella dell’Agorà del Consiglio regionale, in via Gentile. Per Fitto sarà come chiudere un cerchio.
Il bando per costruire quella sede fu emanato quando era presidente della Regione, venti anni fa. Dopo due decenni torna in quella sede, lascia la Puglia e l’Italia per Bruxelles.
corrieremezzogiorno