«A oggi si continua a parlare di élite, ma 1 kg di vongole costa più delle ostriche, per non parlare del pesce bianco e soprattutto dei crostacei che costano fino 4-5 volte di più delle ostriche». A parlare è Armando Tandoi, presidente di Oyster Oasis, azienda di importazione, produzione e distribuzione di frutti di mare e fondatore e produttore dell’allevamento ostreicolo di Varano, in Puglia, in merito alla polemica sulla proposta di tagliare l’Iva delle ostriche dal 22 al 10%.
Le ostriche, ricorda il presidente, hanno una maggiore resistenza ai predatori, a partire dal granchio blu, grazie anche ai metodi di allevamento utilizzati nei primi stadi di crescita. L’Italia è oggi dipendente per la quasi totalità dall’importazione francese, dove l’iva è al 5,5% essendo un prodotto di acquacoltura nazionale e di tradizione storica, e in misura minore da altri paesi come Irlanda e Paesi Bassi, mentre la produzione nazionale è poco impattante in termini di volumi. La sfida per il presidente «è spostare il consumo verso il prodotto nazionale e in tal senso l’adeguamento dell’iva lo renderebbero più abbordabile. Tanti consumatori, infatti, sono bloccati da retaggi psicologici sul costo che in realtà, in tanti supermercati, non supera 1,50 al pezzo».
Secondo Tandoi, «le istituzioni, oltre all’adeguamento dell’iva, dovrebbero facilitare investimenti e concessioni demaniali per incentivare la produzione. Gli allevamenti sono ad altissima ecosostenibilità ed ecocompatibilità e arricchiscono gli ecosistemi rigenerandoli e attirando ulteriore vita. Una produzione nazionale più consistente consentirebbe di soddisfare la domanda interna e di creare un settore export al momento quasi inesistente ma molto richiesto».