Il proprietario aveva ristrutturato l’appartamento e lo aveva messo su Booking. I vicini terrorizzati: «Gli occupanti ci sbeffeggiano ogni giorno».
«Mi sembra di essere in un film, non può essere vero quello che sta succedendo». L.S. è il proprietario di un appartamento alla periferia di Padova, in via Pontevigodarzere. Settanta metri quadri, restaurato di fresco, la camera da letto mansardata, non a caso il B&b si chiama «La mansarda».
Appena l’ha inserita nelle piattaforme online per affitti brevi, a settembre, sono arrivati i clienti, tutti turisti in visita per qualche giorno a Padova. Tutti tranne gli ultimi, una coppia che ha raccontato di venire da Trento per una gita di qualche giorno e che non se n’è più andata. Anzi, ha portato dentro una decina di familiari, bambini piccoli e altri parenti che usano la casa per fare il bucato, lavarsi, fare feste. «Un incubo», dice L.S.
La coppia ha prenotato la casa per quattro giorni, a metà ottobre, online. «Quando sono arrivati — racconta — non ci siamo allarmati, sembrava una famiglia normale. Ci hanno detto che arrivavano da Trento e che volevano l’appartamento per passare qualche giorno a Padova.
Trascorsi i quattro giorni canonici di permanenza, hanno pagato la quota prevista ma non hanno dato segno di volersene andare». E lì è cominciata la sensazione che non fosse solo questione di fermarsi un po’ più a lungo.
«Quando abbiamo insistito perché lasciassero l’appartamento, perché erano passati i giorni concordati, ci hanno anche minacciato e insultato, dicendo che avevano deciso di occuparci la casa e hanno aggiunto che loro sono “zingari”, usando questo termine, e che la legge sarebbe stata dalla loro parte. In effetti ora penso siano una famiglia di etnia rom».
È stata quell’affermazione a far scattare la denuncia ai carabinieri. Una pattuglia si è presentata nell’appartamento poco dopo la segnalazione del proprietario, cercando per ore di far uscire la famiglia che, già dopo qualche giorno dalla discussione con L.S. si era notevolmente allargata. La coppia non era più sola, i vicini hanno raccontato di aver visto andare e venire alcune decine di persone, anche con bambini piccoli.
Il tentativo delle forze dell’ordine di convincerli ad uscire non è stato vano: era un pomeriggio di inizio novembre e dopo mezza giornata gli occupanti hanno lasciato la casa. Per poco però. Nel giro di qualche ora la coppia ha deciso di rientrare scassinando la serratura della porta sia dell’ingresso condominiale che dell’appartamento, riprendendo subito possesso della casa.
«Quando i carabinieri sono riusciti a farli andare via abbiamo deciso di cambiare la serratura, perché ci eravamo spaventati e avevamo capito che non si trattava di una situazione facile — è ancora il racconto di L.S. — il problema è che dopo qualche ora, quella notte, non solo sono rientrati ma si sono anche allacciati abusivamente alle forniture di luce, acqua e gas degli altri inquilini.
Da quel momento non se ne sono più andati e, nonostante la denuncia alle forze dell’ordine, non siamo più riusciti a fare altro». Le forze dell’ordine hanno spiegato ai proprietari che la denuncia non basta a sgomberare un alloggio, tutto è stato segnalato alla Procura e qualsiasi azione successiva spetta all’autorità giudiziaria.
Anche i vicini di casa sono mobilitati per aiutare i proprietari. «Per prima cosa, siamo demoralizzati. Vedere questa situazione e sapere che le forze dell’ordine non possono intervenire è preoccupante — spiegano — abbiamo scoperto solo ora che stiamo pagando anche per la loro elettricità e siamo rimasto basiti.
La vita nel palazzo è peggiorata molto: c’è un via vai costante in corridoio e di notte non si riesce a dormire per via del rumore pressoché insopportabile. Hanno fatto dei buchi nel muro per allacciarsi all’elettricità e alle altre forniture, lasciano decine di sacchi della spazzatura pieni in giardino, sapendo che tanto li butteremo via noi. Inoltre sbattono il cancello con una violenza inaudita rischiando di romperlo e fanno confusione tutto il giorno», spiegano i vicini, che accettano di parlare solo allontanandosi dalla porta di casa per paura che i nuovi inquilini possano sentirli e prenderli di mira.
È soprattutto nel weekend che il numero di persone in quella casa aumenta sensibilmente. «Fanno fanno feste e raduni: i bambini sono moltissimi — raccontano gli altri inquilini — e questo ci preoccupa. Speriamo che intervengano i servizi sociali del Comune di Padova, offrendo a queste persone un’opportunità diversa da quella dell’occupazione. Tutti hanno bisogno di trovare un modo per vivere, ma questo non è sicuramente quello corretto».
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