I titolari delle strutture ricettive dovranno avvisare la Questura entro 24 ore dall’arrivo degli ospiti (sei ore nel caso di permanenze inferiori a un giorno). Per gli scambi di case non basterà più la segnalazione su «HomeExchange».
D’ora in poi i titolari di strutture ricettive che offrono affitti brevi, comprese quelle «con scambio reciproco di abitazioni o appartamenti per un dato periodo di tempo» — e i «marina resort» su imbarcazioni da diporto —, saranno tenuti a identificare di persona gli ospiti, e non più solo con documenti inviati per via telematica. E comunque a comunicare sempre i loro nominativi in Questura entro 24 ore dall’arrivo (sei ore nel caso di permanenze inferiori a un giorno) nonché a inserirli sul portale «Alloggiati web». Per gli scambi di abitazioni non basta più notificare le presenze su «HomeExchange» o altre piattaforme, per il rischio di iscrivere «dati di fantasia, con potenziali ricadute sulla sicurezza della collettività».
Scoprire persone pericolose, terroristi e criminali
Il giro di vite è contenuto nella circolare del capo della polizia Vittorio Pisani alle Prefetture nella quale si sottolinea come «alla luce dell’intensificazione del fenomeno locazioni brevi, legate ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programma nel Paese, anche in vista del Giubileo a Roma a partire dal 24 dicembre, e tenuto conto dell’evoluzione della difficile situazione internazionale, emerge la necessità di attuare stringenti misure per prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose, legate ad organizzazioni criminali o terroristiche».
Abbinare i documenti agli ospiti effettivi nelle strutture
Un cambio di marcia insomma, auspicato da tempo, viste anche le «criticità connesse alla invalsa procedura di identificazione da remoto degli ospiti mediante trasmissione informatica delle copie dei documenti e accesso negli alloggi con codice di apertura automatizzata, ovvero tramite installazione delle keybox all’ingresso», sottolinea il prefetto Pisani, che ricorda infatti come «tale modalità di ricezione della clientela scavalca la fase dell’identificazione personale degli ospiti al momento dell’accesso alla struttura e non garantisce la verifica della corrispondenza del documento al suo portatore».
Da evitare sono i clienti «fantasma»
Nella pratica attuale, divenuta famosa in queste settimane per le ripetute iniziative di protesta contro l’overtourism nelle grandi città con danneggiamenti e furti delle scatole con combinazione che contengono le chiavi degli alloggi affittati dai clienti, soprattutto nei centri storici, il problema è proprio quello che i turisti vengono identificati con documenti spediti online e non di persona, quindi c’è il rischio che a usare le key boxes possano essere estranei che diventano «fantasmi» per le autorità di pubblica sicurezza.
Il terrorista latitante in un b&b a Ciampino
L’obiettivo finale delle nuove misure è sapere in tempo reale chi sono gli ospiti «evitando che pregiudicati, sospetti o ricercati possano nascondersi» in alberghi e altre strutture ricettive. Episodi tutt’altro che rari, visto che solo pochi giorni fa la Digos romana ha sorpreso in un b&b di Ciampino un latitante curdo ricercato per terrorismo dai magistrati tedeschi.
A confermare i rischi è il responsabile del Viminale Matteo Piantedosi convinto che l’attuale modello di identificazione sia «da superare perché molto critico, anche in termini di rispetto della normativa che impone un’effettività del riconoscimento della persona».
I gestori: «Controllare solo noi è discriminante»
Per Daniela Santanché, ministro del Turismo, la circolare «è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un’esperienza turistica serena e positiva, sia ai visitatori che agli operatori». D’accordo alcuni sindaci (Roma, Firenze, Bari) mentre Airbnb ribadisce la volontà di contrastare «l’uso illegale delle keybox negli spazi pubblici». Dello stesso avviso l’Associazione dei gestori di affitti brevi (Aigab) che rivendica tuttavia l’uso «di tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici Otp. Introdurre quello fisico solo per il nostro settore sarebbe discriminante».
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