«Si sta concludendo il mandato dei cinque anni della presidenza dell’Ente Parco ed è tempo di bilanci. È stato un mandato caratterizzato, tra le altre cose, da un clima di inadeguata collaborazione e coinvolgimento con diverse realtà territoriali, che non ha permesso al Parco di rendersi promotore di percorsi concreti di quella transizione ecologica da perseguire anche nelle aree protette e che la nostra associazione persegue dagli anni ’80.»
Così una nota di Legambiente che aggiunge: «Se l’Italia deve raggiungere gli obiettivi europei al 2030 su lotta alla crisi climatica e tutela della biodiversità – che sono all’interno del pacchetto su energia e clima, di quello sull’economia circolare e nelle strategie su biodiversità e farm to fork – non possono non dare un contributo concreto tutte le aree protette del nostro Paese, che devono puntare a raggiungere la neutralità climatica (Net Zero) ancora prima di quanto previsto in altri territori.
Anche perché . le aree protette sono un tesoro di biodiversità e, proprio per questo, sono più esposte ai rischi dei cambiamenti climatici e alla perdita di questo patrimonio naturale inestimabile. Gli scenari globali e gli obiettivi comunitari richiedono alle aree protette del nostro Paese di diventare soggetto territoriale protagonista e non l’oggetto della transizione ecologica.
Non possiamo non evidenziare come questo contributo da parte del Parco nazionale del Gargano, in questi anni di grande cambiamento, non ci sia stato. »
«La nostra associazione – che con le sue attività ha contribuito a far nascere e crescere nel territorio un’istituzione importante come il Parco nazionale del Gargano – anche negli ultimi anni non è stata a guardare per preservare e promuovere le bellezze del territorio, come non ha sempre fatto nella sua storia pluridecennale.
I circoli garganici di Legambiente da anni promuovono il territorio e lo tutelano. Sono innumerevoli le iniziative portate avanti in un territorio non sempre facile: da “adotta un inghiottitoio” (campagna nata per sensibilizzare sui temi della difesa idrogeologica contro la cementificazione selvaggia) alla “festa dell’albero”, che coinvolge in rete un gran numero di comuni garganici; dalle passeggiate naturalistiche alla scoperta di orchidee selvatiche al progetto “Gargano Sacro” per la promozione dei cammini; dal progetto “Life muscles” per il recupero delle reti per i mitili all’attività incessante dei nostri presidi permanenti come il Centro di Recupero delle Tartarughe marine di Manfredonia, il centro culturale Green Cave a Monte Sant’Angelo, il piccolo museo paleontologico a San Giovanni Rotondo, il centro di esperienza ambientale di “Bosco Spinapulci”; dalle tante iniziative culturali e all’enorme impegno di “FestambienteSud” che da 20 anni promuove la cultura della custodia dei luoghi del Gargano in tutto il mondo», prosegue la nota che aggiunge: «Questa rete territoriale sempre attiva, che si rafforza ogni giorno con tante altre collaborazioni e associazioni presenti sul territorio e con l’impegno diffuso della nostra comunità, non ha potuto contare inspiegabilmente sulla collaborazione e sulla sinergia col Parco nazionale del Gargano ed è viva e necessaria la speranza di un cambiamento.
A fine settembre del 2024, dopo cinque anni di difficili sinergie territoriali, Legambiente si augura una necessaria discontinuità che passa dalla nomina del nuovo consiglio direttivo, che attendiamo da tempo, e di un presidente capace di riaprire il dialogo con la parte sana del territorio, per accelerare la transizione anche in un territorio straordinariamente importante come è quello garganico.»
legambiente fg