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IL PIZZO DELL’IMPRENDITORE CONTESO: IL RITORNO A VIESTE DA LATITANTI PER UCCIDERE ‘MANGIA VELENO’ (5)

Dalle carte dell’ordinanza che quest’oggi ha portato all’arresto dei fiancheggiatori del collaboratore di giustizia Marco Raduano – di cui sei residenti a Vieste e uno a Mestre (alias ‘Il Veneziano’) – è emerso che durante il periodo della latitanza, il boss dell’omonima consorteria era rientrato a Vieste insieme al suo braccio destro Gianluigi Troiano (anch’egli latitante), per compiere un omicidio. 

L’antefatto è che un imprenditore era stato schiaffeggiato al volto da Danilo Notarangelo, Antonio Germinelli e Domenico Antonio Mastromatteo. I presunti autori dell’aggressione avevano agito accusandolo di aver pagato 2mila euro per il servizio di guardiania a Gennaro Cariglia, noto con l’appellativo di ‘Mangia Veleno’. I tre gli avrebbero intimato che da quel momento in poi avrebbe dovuto corrispondere 10mila euro. In quella circostanza gli aggressori fecero il nome di Raduano, ovverosia il mandante della richiesta estorsiva. 

L’imprenditore – verosimilmente dopo aver subito una serie di atti intimidatori – si sarebbe arreso alle innumerevoli richieste di denaro avanzate tutte nel 2022 da Cariglia, “evidentemente abbandonando la protezione offerta da Raduano”, si legge nelle carte del Giudice per le Indagini Preliminari.

La persona sotto estorsione aveva già ricevuto alcuni avvertimenti, tra cui una lettera di minacce con le iniziali del suo nome e il simbolo della croce; l’incendio di due mezzi di lavoro, uno dei quali sarebbe stato dato alle fiamme da un amico di Cariglia e il danneggiamento di altri mezzi.

Nel corso dell’interrogatorio del 16 luglio, Marco Raduano ha confermato di aver disposto di avvicinare l’imprenditore per via del sospetto che corrispondesse somme di denaro a Gennaro Cariglia, manifestando l’intenzione di danneggiare i suoi affari: “L’ho fatto avvicinare e gli ho fatto dire…in pratica, volevo appurare se lui pagava a Gennaro Cariglia“.

Il 16 ottobre, intorno alle ore 16,15, “Mangia Veleno” veniva attinto da colpi di arma da fuoco, sparati da una Alfa Romeo Stelvio di colore blu con targa polacca. Durante gli interrogatori del 3 aprile e del 10 giugno, Marco Raduano dichiarerà di aver commesso il tentato omicidio insieme a Gianluigi Troiano (ndr durante il periodo di latitanza).

Il piano – che prevedeva di uccidere Cariglia e di fuggire nell’arco della stessa giornata all’estero – subì però delle modifiche ed entrambi si trattennero più del previsto a Vieste. Fecero rientro in Spagna dopo aver raggiunto Parma a bordo di una macchina d’epoca. Prima della partenza lasciarono gli abiti e le pistole a Peschici.