Riceviamo e pubblichiamo
Sono un sognatore di natura, ed è stata la mia salvezza! Da sempre sostengo che per raggiungere una meta bisogna innanzitutto sognarla. Ho 83 anni, sono nato in un vicolo del nostro Centro Storico, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, vivo da 70 anni vicino Gorizia e appartengo a quella generazione di vecchi che non sono stati mai bambini.
Non si poteva essere bambini in quei terribili anni ’40 vissuti dalle nostre parti. Col passare degli anni ho iniziato a guardare oltre la siepe del mio piccolo giardino e ho cominciato a sognare quel NUOVO ANNO capace di rinnovare tutte le coscienze.
Continuare a sognare e a sperare a 83 anni significa volere con testardaggine credere ancora nella capacità dell’essere umano di saper trovare dentro di sé quelle spinte emozionali capaci di cambiare il destino del mondo. Si dice che il sognatore sia un illuso, forse sciocco.
Per me, invece, è un testardo, uno che sa cosa vuole, un individuo di carattere, temprato e forgiato, che non si arrende, che resiste mentre altri tentano di smontare i suoi sogni in quanto non sopportano che qualcuno abbia il coraggio di sognare e possa farcela per questo. Chi non sogna vorrebbe vederci affogare nella sua medesima mediocrità, nelle acque stagnanti della sua stessa rassegnazione.
Non dispero e sogno perché voglio continuare a credere che l’umanità riuscirà prima o poi a spalancare le porte chiuse delle proprie limitazioni per raggiungere distese più vaste in cui i sogni più belli diventeranno realtà. Mio padre mi ripeteva: «Chi non sogna non segna». Si trattava di una esortazione a nutrire alte ambizioni ed elevati scopi, dunque a perseguirli con ostinazione e buona volontà, impegno e disciplina, e anche spirito di sacrificio.
Adesso quello che non è facile non piace e quello che è facile annoia. E sogno governanti impegnati a restituirci la dignità di persone perbene e laboriose. Donne e uomini determinati e capaci di combattere la massa di quei malfattori assetati di sporco potere che vanifica i sacrifici di tutti gli onesti e spero che il 2025 ci porti una classe dirigente capace di decapitare quella malefica piovra che ha creato metastasi mortali nel tessuto sano del nostro Paese.
Sogno che il desiderio di cultura e di giustizia diventino il nostro pane quotidiano e nessun essere umano debba mai più versare lacrime per colpa di una società ingiusta e prevaricatrice.
Non ho mai smesso di sognarlo e continuo ad aspettarlo. Auguri a chi, anche nel mio Gargano, ha i sogni ancora accesi.
Caramente,
Alfonso C.
BUON ANNO DA RETEGRAGANO !